Maschile e femminile nei giovani: diversi ma pari

Il consultorio e il gruppo scout progettano insieme un percorso per imparare a conoscere le differenze fra uomini e donne

Nella scorsa primavera il Consultorio Giovani di Mantova ha ricevuto una richiesta di co-progettazione con il gruppo scout CGNEI – reparto Logres Gruppo Mantova 2 sul tema dei rapporti tra maschile e femminile in due gruppi giovanili (dai 12 ai 16 anni).

La richiesta ha subito destato piacere per il tema e per la curiosità di condividere – finalmente in presenza – alcuni momenti formativi nei contesti di vita conviviale dei ragazzi. Il percorso Diversi ma Pari si è strutturato in tre incontri gestiti dalle professionisti del servizio – assistenti sociali, psicologa e ostetrica – tenuti il sabato pomeriggio al centro di Educazione Ambientale Parcobaleno, sede del gruppo Draco.

Come equipe multidisciplinare ci siamo interrogate sulla particolarità della richiesta in quanto vivevamo nel pregiudizio che la tematica fosse “demodé” e che un argomento come quello delle differenze di genere e della difficoltà di conoscersi e di sapersi rapportare gli uni alle altre fosse già molto noto, discusso e superato nelle nuove generazioni.

Grazie ai capi scout abbiamo invece destrutturato le nostre convinzioni e abbiamo costruito insieme a loro un percorso che permettesse ai giovani di “indossare un paio di occhiali”  con i quali potessero conoscere e dibattere le differenze che connotano il maschile il femminile nelle trasformazioni del corpo, nelle conquiste storiche e nelle aspettative sociali e di ruolo.

“Mi ha stupito particolarmente l’argomento dei diritti dei maschie e delle donne… mi ha stupito l’apertura e la scioltezza, con cui si parlava dei diversi argomenti e di come pian piano l’imbarazzo generale sia andato calando per lasciare maggior spazio al confronto”

Nella costruzione del percorso siamo partite dalla differenza tra sesso, ciò che è biologicamente determinato e il genere, ciò che invece è culturalmente definito. Raccontandoci che uomini e donne non si nasce ma si diventa (parafrasando l’autrice Simon de Beavuoir) abbiamo ripercorso il cammino di cittadinanza civile fatto negli ultimi 60 anni di storia italiana e abbiamo cercato di capire come ragazzi e ragazze vivono oggi questi cambiamenti.

A noi della pattuglia è piaciuto molto lo scambio di opinioni, l’approccio delle esperte e il clima che si è creato durante le attività. La cosa che ha colpito di più è stata scoprire come è stato facile collaborare tra maschi e femmine, creando un clima di gruppo anche se si avevano idee diverse…qualcuna è stata colpita dalla difficoltà sia dei maschi che delle femmine di parlare degli organi sessuali”.

L’esperienza di incontro e confronto in un contesto gruppale ci ha portato a riflettere su come nella cultura tradizionale i codici attribuiti al genere maschile e femminile siano stati per secoli rigidi e prevedibili, mentre i ragazzi e le ragazze di oggi vivono in un mondo molto diverso, sicuramente più libero e fluido ma anche molto più complesso e sfaccettato, nel quale si possono compiere scelte aperte e incondizionate ma non per questo più facili o facilmente comprensibili.

Il sapersi rapportare con un coetaneo dell’altro sesso, è una cosa che vedo che manca. Maschi con maschi, femmine con femmine. Credo che in una società che si sforza di abbattere le disuguaglianze, in particolare il patriarcato, il dialogo tra i due sessi sia la cosa che più manca e di cui si ha più bisogno”.

E’ stato prezioso ascoltare le loro narrazioni e le loro domande, in un percorso che li ha aiutati a portare fuori di sé alcuni degli elementi fondamentali di costruzione delle loro identità individuali e sociali. Percorsi come questi di “socializzazione del genere” spesso vengono dati per scontati perché avvengono spontaneamente in famiglia, o a scuola, o del gruppo dei pari ma in realtà ci siamo accorte che i giovani necessitano di un luogo e un tempo specifico e forse l’elemento più prezioso del percorso è stato quello di creare un contesto protetto dove semplicemente discutersi e confrontarsi, dove insieme abbiamo raccolto la loro curiosità, il loro interesse e a volte anche un senso di smarrimento, di sofferenza o di inadeguatezza soprattutto sul piano dei pregiudizi sentiti sia dalle ragazze che dai ragazzi (che ci hanno stupito con i loro vissuti maschili ancora troppo taciuti).

Mi è piaciuto parlare di cose così delicate e capire come siamo fatti noi e l’altro sesso, ma mi ha deluso la disparità di genere ancora oggi troppo presente”.

Alla fine del nostro percorso abbiamo costruito con un filo di lana una ragnatela simbolo delle difficoltà che tutti i temi affrontati rappresentano ma anche simbolo di un impegno comune. Su di essa abbiamo incollato gli impegni che ognuno di loro si è preso per rendere questo mondo meno ostile e più autenticamente aperto alle differenze di genere e alle identità individuali affinché ognuno possa trovare il proprio spazio nel mondo, consapevole della storia dalla quale veniamo ma anche libero e libera di autodeterminarsi.

Ciò che voglio portare al di fuori delle attività scout è il concetto di parità dei sessi. C’è ancora molta strada da fare ed il mio obiettivo è farlo capire alle persone”.

Per il futuro c’è chi propone attività sull’orientamento e sull’educazione sessuale, chi vorrebbe approfondire le relazioni interpersonali. I capi reparto lanciano un suggerimento ai gruppi e alle scuole del territorio: mettetevi in contatto con il Consultorio Giovani e proponete queste attività in modo che non sia un’esperienza valida solo per pochi. E noi rispondiamo che siamo qui per costruire insieme nuove emozionanti avventure!

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