Spdc, si riparte fra musicoterapia ed etnoclinica

Dopo le limitazioni del Covid tornano le attività psico-educative, ludiche e ricreative, grazie a professionisti e associazioni di volontariato

Ripartono le attività psico-educative, risocializzanti e ludiche in SPDC a Mantova dopo le limitazioni dovute alla pandemia. Grazie ai professionisti che si sono resi disponibili, ai volontari dell’associazione AVO e dell’associazione Oltre la Siepe si possono offrire nuove opportunità ai degenti del reparto.

È partito un gruppo di ascolto, condotto da Lorella Righi, psicologa del CPS, con una larga esperienza di coordinamento di gruppi. Lorenzo Pedroni, psicologo specializzato in etnoclinica, si dedica a un’attività gruppale dedicata all’esplorazione delle culture di appartenenza, dei Paesi e delle famiglie di origine. I volontari di Oltre la Siepe e di AVO propongono ai degenti attività ludico ricreative. Carla Filippini, operatrice della Cappellania del Carlo Poma, offre accompagnamento spirituale e propone momenti di preghiera condivisi ogni fine settimana.

Da quest’anno partirà un progetto sperimentale di musicoterapia, secondo il Modello Benenzon, uno dei cinque modelli riconosciuti a livello mondiale, naturalmente adattato alla realtà del Servizio di Diagnosi e Cura di Mantova. La musicoterapista Clara Nalin guiderà le sedute settimanali in reparto con il supporto dell’equipe. In questa fase particolare saranno co-terapisti di Clara gli infermieri Donatella Portioli e Federico Zuini.  Al termine del periodo sperimentale si valuteranno con scale validate i benefici ottenuti della magia dei suoni in un momento tanto delicato per i ricoverati.

Ho lavorato con Clara Nalin dalla stesura della bozza sino alla realizzazione, avvalendomi della collaborazione di Patrizia Bozzola e della Rad Roberta Rasio – commenta la coordinatrice infermieristica dell’Spdc Roberta Rosacredo che questa esperienza consenta a ognuno di trovare modalità alternative e molto profonde di comunicazione. La musicoterapia – prosegue – è senz’altro uno degli strumenti più sorprendenti che io abbia avuto il piacere di conoscere nel mio percorso professionale. Un grazie importante a Debora Bussolotti, responsabile della struttura semplice Continuità Ospedale Territorio, che mi ha supportato nella riorganizzazione delle attività dell’SPDC e a tutti gli attori che rendono realizzabili attività di sostegno e di supporto a integrazione del percorso di diagnosi e cura, con tanta passione e impegno”.

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