Oncologia ed ematologia, 709 pazienti vaccinati sotto osservazione

Al Poma uno studio sui malati: per oltre la metà nessun effetto collaterale e non peggiora la tolleranza alla chemioterapia

Nessun effetto collaterale, non peggiora la tolleranza alla chemioterapia e i casi di rifiuto sono pochissimi. Ecco i principali risultati dello studio condotto dalla struttura di Oncologia del Poma sui 709 pazienti oncologici ed ematologici a cui è stato somministrato il vaccino.

La campagna si è svolta dal 24 marzo all’11 maggio e ha coinvolto i malati in trattamento attivo. Che sono stati contattati telefonicamente e ricontattati dopo l’esecuzione del vaccino per almeno due volte a distanza da un’equipe infermieristica per valutare gli eventuali effetti collaterali.

Il calendario vaccinale seguiva il calendario di chemio o immunoterapia: i pazienti venivano il giorno della visita e del prelievo, il pomeriggio stesso eseguivano il vaccino (Pfizer o Moderna) e il giorno successivo normalmente erano sottoposti a terapia oncologica.

Qualche numero. Le femmine erano il 55 per cento della popolazione e l’età media 66 anni con un range da 23 a 91 anni. I tumori più rappresentati sono stati quello della mammella (31 per cento dei casi) e quello del polmone (13 per cento).

Quali sono stati i risultati più significativi? Oltre la metà dei pazienti non ha avuto disturbi legati alla vaccinazione e il disturbo più frequente è stato il dolore al braccio sede di iniezione. La tolleranza alla chemioterapia – eseguita in tutti i pazienti il giorno successivo al vaccino – non ha mostrato alcun segno di peggioramento. Inoltre, solo il 6 per cento di pazienti ha rifiutato di vaccinarsi.

“Da questo intenso lavoro di equipe  che ha visto impegnati infermiere, medici, data-manager – ha commentato il direttore dell’Oncologia Maurizio Cantore – il rapporto con i nostri pazienti si è ulteriormente rafforzato e il dato che il solo 6 per cento abbia rifiuto il vaccino testimonia la fiducia verso lo staff che giornalmente se ne prende cura. Dare – conclude il medico – ha voluto dire ricevere di più”.

I risultati dello studio sono stati inviati al convegno nazionale AIOM e saranno presentati dall’infermiera Serena Aldrovandi.

 

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