Un violinista in Terapia Intensiva Neonatale: “La musica è una magia, un miracolo”

Eugjen Gargiola, compositore, si dedica ai piccoli prematuri e ai malati terminali, suonando i suoi brani in ospedale: “Un benvenuto a chi arriva e un arrivederci a chi se ne va

Per lui la musica è una magia. Un miracolo. E chi può dire il contrario? Eugjen Gargjola ne è così convinto che a ogni vigilia di Natale, da due anni a questa parte, fa conoscere l’incantesimo del suo violino ai neonati della Terapia Intensiva. Naturalmente, a giovarsene sono anche le mamme, i papà, i medici e gli infermieri che in quei momenti di grazia si muovono fra le culle dei piccoli prematuri. Si soffre un po’ meno, si lavora meglio. Si sogna, si spera.

Ai bambini – spiega il musicista di origini albanesi, 43 anni, mantovano ormai dal 1992 – il suono arriva in forma di emozione pura. Loro non sono ancora condizionati dalla razionalità, dalle sovrastrutture, dal peso delle regole e della quotidianità. Quando ancora non sanno parlare, ascoltando la musica reagiscono fisicamente. Sin dal primo istante. Voglio aiutarli a stare meglio”.

L’iniziativa di Gargjola, violinista e compositore, nasce da un’esperienza personale. Nel luglio 2014 le figlie gemelle Eden ed Elodi sono state ricoverate nel reparto del Poma per una settimana. Il suo gesto vuole essere un regalo ai pazienti, ai genitori, al personale per l’assistenza premurosa e competente: “Ma anche una testimonianza per altre coppie che s’imbatteranno in questo vissuto. È solo un passaggio, per quanto doloroso. Ora le mie piccole sono diventate forti come gli altri”.

Si sono anche esibite, cantando in un brano per violino composto e inciso da papà proprio in occasione delle loro dimissioni, il 28 luglio 2014. Il ritorno a casa, dopo una settimana di cure, ha ispirato al musicista Eden&Elodi. Il pezzo fa parte dell’album Deseo (desiderio): “Lo eseguo spesso in Neonatologia e vedere la commozione di chi ascolta mi riempie di gioia. Per le mie bambine suonavo la chitarra durante la gravidanza”.

Loro rispondevano al padre nel solo modo che conoscevano, muovendosi nel grembo della madre, richiamate da quelle note familiari ancora prima di venire alla luce. “La musica è la mia fede”, riconosce Eugjen Gargjola. Che nel 1998 si è assicurato il primo dieci e lode in violino nella storia del Conservatorio Campiani, dove ha conseguito la laurea. Membro dell’Orchestra da Camera di Mantova, primo violino dell’Orchestra dei Colli Morenici, ha pubblicato 20 cd in qualità di solista e compositore, ha lavorato con grandi artisti come Ennio Morricone e Luciano Pavarotti: “Ho avuto la fortuna di eseguire concerti in 28 Paesi, ma gli artisti italiani sono i migliori al mondo, hanno qualcosa in più scritto nel Dna”.

Dai primi vagiti agli ultimi respiri. Eugjen abbraccia idealmente tutto: l’inizio e la fine della vita. Con quel linguaggio universale che apre ogni porta. Nel periodo natalizio ha suonato in diverse occasioni all’Hospice di Mantova, grazie a una collaborazione con Iom. Da febbraio l’appuntamento in Cure Pallative dovrebbe farsi sistematico, con cadenza mensile. Lo ha proposto il violinista all’associazione: “È struggente vedere i malati terminali tornare indietro nel tempo. Mi chiedono i motivi che ascoltavano da giovani. Grazie alla mia musica posso dare il benvenuto a chi arriva. E un addio, o meglio un arrivederci, a chi lascia il cammino terreno”.

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

4 Commenti
  1. ASST ha sempre dato molta importanza alla musica, attraverso rassegne e appuntamenti in vari reparti per portare sollievo alla sofferenza dei malati e dei familiari, ma anche in omaggio ai professionisti che se ne prendono cura. Ringraziamo tutti gli artisti che si prestano per offrire questa e altre forme speciali di terapia, che sfruttano i diversi linguaggi espressivi.

  2. Molto bello tutto quello che ho letto, ci credo, trovo giusto che succeda questo e nel ringraziarlo spero tanto che continui e che altri musicisti vengano contagiati, o meglio per dirla in termini medici “infettati”, perchè questo è un virus musicale che è diverso, va coltivato, amato e diffuso.

  3. è una cosa meravigliosa spero che si espanda in tutti gli altri reparti ma anche fuori dall’ospedale. La musica sottolinea la vita.

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