Linfoadenectomia, uno studio sul trattamento fisioterapico

Coinvolte 22 donne. Secondo i dati la partecipazione attiva delle pazienti è fondamentale per raggiungere risultati ottimali

Nel periodo successivo alla linfoadenectomia, a livello del braccio si possono avvertire intorpidimento, disestesie, linfedema, riduzione dell’ampiezze di movimento, dolore  e così via. Le ultime due possono essere legate alla comparsa dell’Axillary Web Syndrome (AWS) che si caratterizza per la presenza di sottili corde sottocutanee che partono dal cavo ascellare, si estendono lungo il braccio, talvolta l’avambraccio o il polso. L’AWS è una possibile conseguenza, comune ma spesso sottovalutata, la cui diagnosi è clinica e l’eziologia incerta.

Per quanto riguarda il trattamento fisioterapico non esistono linee guida universalmente riconosciute come valide. Dalle Fisioterapiste del Servizio di Medicina Fisica e Riabilitativa diretto da Paolo Bovo, è partita la proposta di un confronto tra due differenti modalità di trattamento delle “corde” e la preparazione dello studio ha coinvolto attivamente tutte le sedi dell’azienda. Le pazienti arruolate, dopo una prima raccolta dati, sono state divise in due gruppi in modo randomizzato.

Su tutte le pazienti si è lavorato in egual modo sulle cicatrici, sulla mobilizzazione delle protesi\espansori, sul rilassamento dei muscoli cervicali (inevitabilmente coinvolti in tutti gli stati di particolare tensione fisica ed emotiva). In un gruppo la fisioterapista ha eseguito sulle corde manovre di allungamento delicato o scollamento energico.  Nel secondo le donne sono state addestrate all’esecuzione di esercizi di stretching   in autonomia.

Tutte le pazienti sono state comunque controllate settimanalmente per verificare che il lavoro venisse svolto correttamente. A 5 settimane dalla diagnosi è stata effettuata una seconda raccolta dati. Lo studio ha coinvolto 22 donne nell’arco di 2 anni. Dall’analisi dei dati risulta che la partecipazione attiva delle pazienti è imprescindibile per raggiungere risultati ottimali.

Inoltre in entrambi i gruppi i risultati, se paragonati con studi in cui non veniva effettuato alcun trattamento sulle corde, sono stati più che soddisfacenti. Infatti abbiamo rilevato per quanto riguarda il dolore, misurato su una scala da 0 (nessun dolore) a 10 (massimo dolore) a 5 settimane un valore medio che si colloca tra 1.6 e 0.8. Rispetto alla possibilità di movimento l’Abduzione si colloca tra i 147° e i 161 (abduzione massima 180°) e la Flessione media raggiunta è di 171° (Flessione massima 180°). Questo rafforza la nostra convinzione sulla validità di un approccio riabilitativo precoce, così come previsto PDTA dell’ASST- Mantova.


Laura Mutti è una fisioterapista di ASST Mantova e opera nel percorso di riabilitazione per le donne operate al seno.
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