Stenosi dell’aorta, la valvola si sostituisce per via percutanea

Intervento minivansivo con tempi di recupero più veloci e minore rischio perioperatorio. Trattati i pazienti più fragili, anziani e con comorbilità

La Cardiologia del Carlo Poma è un centro all’avanguardia per il trattamento delle malattie delle valvole cardiache tramite tecniche mininvasive. Tra queste procedure, la sostituzione transcatetere della valvola aortica, in caso di stenosi. Approfondisce l’argomento il direttore della struttura Corrado Lettieri.

In quali casi si effettua l’intervento di sostituzione della valvola aortica?
La valvola aortica dirige il sangue dal ventricolo sinistro nell’aorta. L’aorta è il principale vaso sanguigno che distribuisce il sangue dal cuore al resto il resto del corpo. Quando la valvola aortica non si apre correttamente, principalmente per una degenerazione calcifica dei lembi valvolari, si verifica una stenosi aortica che costringe il cuore a lavorare di più per pompare il sangue in tutto il corpo. Nel tempo, il muscolo cardiaco si indebolisce e questo determina importanti limitazioni nelle normali attività quotidiane e influenza negativamente la prognosi. Se non curata, la stenosi aortica severa è una condizione patologica che porta ad insufficienza cardiaca con un rischio di morte molto alto.

Le terapie con i farmaci possono temporaneamente migliorare i sintomi dei pazienti affetti da stenosi valvolare aortica severa, ma non l’aspettativa di vita. L’intervento cardiochirurgico di sostituzione della valvola aortica a torace aperto è la modalità terapeutica più consolidata per questa patologia ed è una efficace opzione di trattamento salva-vita per molte persone con grave stenosi aortica.

Negli ultimi anni è stata sviluppata una tecnica alternativa di trattamento della stenosi aortica che consiste nella sostituzione della valvola aortica transcatetere per via percutanea (Tavi). Essendo questa una tecnica di più recente introduzione e quindi con più limitate evidenze di efficacia a lungo termine rispetto alla chirurgia tradizionale, attualmente viene utilizzata nei pazienti anziani, fragili o con altre condizioni che rendono l’intervento chirurgico tradizionale più rischioso.

In cosa consiste la tecnica questa tecnica mininvasiva?
La procedura consiste nell’inserimento attraverso un’arteria periferica (nella maggior parte dei casi l’arteria femorale), di valvole cardiache appositamente progettate, nell’avanzamento delle stesse attraverso l’aorta fino al cuore e nel loro posizionamento a livello della valvola aortica nativa ristretta. A differenza della chirurgia tradizionale in cui la valvola aortica nativa degenerata viene rimossa e sostituita da una protesi (biologica o meccanica), nelle procedure transcatetere la valvola nativa viene “compressa” da una protesi (biologica) sulla parete dell’aorta e la protesi inizia a funzionare non appena posizionata.

Quali sono i vantaggi di questo tipo di intervento?
Innanzitutto si tratta di una procedura molto meno invasiva rispetto all’intervento chirurgico in quanto non richiede l’apertura chirurgica del torace, la circolazione extracorporea e nella maggioranza dei casi viene eseguita a paziente sveglio in anestesia locale con lieve sedazione. La mininvasività della procedure transcatetere si traduce in un minor rischio peripoeratorio per i pazienti che per età, fragilità o comorbilità potrebbero non sopportare un intervento cardiochirurgico.

L’altro importante vantaggio è che dopo una procedura di questo tipo la degenza ospedaliera è mediamente breve con una possibile dimissione in 3-5 giorni, inferiore a quella dei pazienti trattati chirurgicamente, e non richiede di routine un periodo riabilitativo intraospedaliero. Non essendo necessaria l’apertura dello sterno e la circolazione extracorporea, anche il recupero funzionale, cioè il ritorno alle normali attività quotidiane, è quasi immediato e molto più rapido rispetto all’intervento cardiochirurgico tradizionale.

Quanti pazienti trattiamo in un anno al Carlo Poma con la procedura descritta ?
Nel nostro ospedale abbiamo complessivamente eseguito circa 400 interventi con questa tecnica mininvasiva e attualmente trattiamo in media 70 pazienti all’anno. Con la progressiva estensione delle indicazioni a pazienti più giovani e meno compromessi dal punto di vista generale, è molto probabile che questi numeri possano presto aumentare in modo significativo.

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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