Margherita, studentessa di Ostetricia, racconta la sua esperienza: le lezioni a distanza, la lontananza dalla sua Sicilia e i progetti per il futuro
Anche i corsi di laurea delle professioni sanitarie con sede al Carlo Poma sin sono adeguati all’emergenza Covid. Come sono stati vissuti questi momenti drammatici dai futuri operatori della sanità? Ecco il racconto della pandemia attraverso gli occhi di Margherita, una studentessa del terzo anno di Ostetricia: le lezioni a distanza, il tirocinio, i progetti per il futuro. La giovane, di origini siciliane, ha deciso di trascorrere questo periodo a Mantova.
Come mai hai fatto questa scelta? Cosa ti ha spinto a rimanere qui?
La mia è stata una scelta dettata dal buon senso, in una fase critica come questa mi è sembrato molto rischioso esporre la mia famiglia ad un possibile contagio che vedeva me come potenziale vettore, vivendo in Lombardia, regione tuttora colpita dalla pandemia. Non è stata sicuramente una scelta facile, sono siciliana, e già da tempo faccio i conti con la solitudine che inevitabilmente caratterizza la mia condizione qui a Mantova; viaggiare costa e tra i vari impegni, il tempo da poter passare a casa è poco, ma tra la compagnia dei miei cari e la preoccupazione per la loro salute, ha inevitabilmente vinto la seconda.
L’Università come ha affrontato la pandemia? Che misure sono state adottate?
Il Corso di Laurea si è attivato velocemente affinché potessimo utilizzare, in modo proficuo, il tempo da trascorre, inevitabilmente, in casa. Abbiamo anticipato le lezioni e gli esami, utilizzando la didattica online, nell’ottica di una migliore ripresa dell’attività di tirocinio all’interno dell’ospedale Carlo Poma.
In che sedi, tu e le tue compagne, farete tirocinio al vostro rientro? Quali precauzioni sono state adottate nei vostri confronti?
Il nostro rientro in tirocinio, programmato in Sala Parto, dove noi studentesse ostetriche del terzo anno passeremo i prossimi tre mesi, è stato ben organizzato dal Corso di Laurea, al pari degli altri corsi universitari di Milano e Brescia, con la collaborazione della Medicina del Lavoro e il Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale di ASST. Siamo state tutte sottoposte a tampone nasofaringeo e al raccordo anamnestico, con particolare riferimento ad eventuali esposizioni ad infezione da COVID-19 e a situazioni di suscettibilità all’infezione. Inoltre, su base volontaria, è stato possibile eseguire anche lo screening anticorpale, un prelievo di sangue per verificare la presenza di eventuali anticorpi anti COVID-19. Al fine di rendere ancora più sicuro il nostro rientro io e le mie compagne abbiamo frequentato un ulteriore corso di formazione sui dispositivi di protezione individuale come guanti, mascherine, camici.
Dopo il tirocinio nelle Sale parto di Mantova, cosa ti aspetta nell’immediato futuro?
Sicuramente dovrò ultimare il mio progetto di tesi, riguardante il grado di adesione delle ostetriche al modello lombardo del Percorso a Basso Rischio Ostetrico; il mio intento è di accedere alle sedi consultoriali del Mantovano per raccogliere personalmente i dati che saranno oggetto di studio. Spero di riuscire ad esaltare la gestione autonoma dell’ostetrica nella donna con gravidanza fisiologica perché sono tante le donne in salute durante questa fase della vita, anzi sono la maggioranza, e hanno bisogno di essere accompagnate da ostetriche competenti.