Tumore alle ovaie, dopo l’intervento incinta di due gemelli. Il chirurgo: “Abbiamo condiviso la grande gioia di vederla diventare mamma”

Al Poma la chirurgia ginecologica tutela la fertilità. La storia emozionante di una ragazza di 37 anni che ce l’ha fatta

Vorrei raccontare la storia di una ragazza di 37anni che ci è stata indirizzata per riscontro di una cisti ovarica diagnosticata durante i controlli per la ricerca di una gravidanza condotti all’estero. Ci siamo conosciuti nell’estate del 2019 durante la prima visita nel nostro ambulatorio di Ginecologia Oncologica dell’Ospedale Carlo  Poma. In quella occasione la ragazza ci è apparsa carica di tensione per l’incertezza della diagnosi e per i timori che le erano stati profilati. C’era la possibilità di un intervento chirurgico delicato e la paura che questo potesse mettere a rischio il suo desiderio di diventare mamma.

Quel giorno, accolta e rassicurata dalla nostra equipe, è stata sottoposta ad una accurata valutazione ginecologica e ad ecografia di secondo livello. Il quadro per noi era chiaro: si trattava di un tumore ovarico. Comunicare la diagnosi di un tumore dell’apparato riproduttivo ad una giovane donna che si accinge a cercare una gravidanza è difficile,  può essere traumatico e può privare la persona e la coppia della cosa più importante in un momento di difficoltà: la speranza.

Abbiamo quindi dedicato tutto il tempo necessario a informare la giovane della sua attuale situazione cercando di prenderla per mano e, insieme, iniziare un percorso complesso, volto a curare la malattia con un intervento chirurgico estremamente delicato che permettesse di tutelare la sua fertilità. La paziente ha subito mostrato fiducia e coraggio nell’intraprendere il percorso proposto rivelando grande carattere e determinazione nell’affrontare il problema e programmare il suo futuro.

Di lì a poco è stata sottoposta all’intervento chirurgico. Il giorno designato la concentrazione era massima, la consapevolezza, come sempre succede in questi rari casi, era di non poter sbagliare: bisognava asportare tutto il tumore mantenendo la funzione dell’apparato riproduttivo.

L’intervento, condotto in chirurgia mini-invasiva, è stato un successo. A sera, poterle comunicare la buona notizia nel reparto di degenza è stata una grande soddisfazione. Dopo pochi giorni è stata dimessa dal nostro reparto in ottime condizioni. La diagnosi definitiva è stata di un tumore ovarico così detto borderline in stadio II, malattia in cui l’intervento chirurgico con asportazione di tutta la malattia è l’unica terapia.

Come tutte la pazienti  è stata indirizzata ad un programma di controlli periodici. Durante l’ultimo controllo è entrata in ambulatorio visibilmente emozionata annunciando l’inattesa e felice notizia di essere incinta e di aspettare non uno ma due bimbi e di essere quasi a 16 settimane di epoca gestazionale. Con grande soddisfazione abbiamo condiviso la sua grande gioia, della malattia non c’è più traccia e la gravidanza procede regolarmente.

Per approfondire leggi il comunicato stampa

 

Luca Orazi è un ginecologo della struttura Ginecologia e Ostetricia Mantova. È responsabile del gruppo di lavoro la chirurgia Fertility Sparing 

 

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