Un infarto al tempo del Coronavirus: “Grazie a chi mi ha soccorso e curato”

Orario della cena, mangio poco, non ho tanta fame. Mi metto sul divano perché sento un peso allo sterno. Comincio a sudare poi divento pallido e mia moglie mi vede bianco. Ho bisogno di coricarmi e mi metto sul letto. Sono così sudato che non mi era mai capitato nella mia vita.  Mia moglie dice che chiama una  ambulanza. Il peso è ancora lì.

Alzo il telefono fisso che ho sul comodino del letto e faccio il 118. Mi aspetto delle domande ed invece incredulo con voce chiara e decisa, sento: Attilio Pignata, via Ravera numero 9? Sì, rispondo e comunico i miei sintomi.  Mi tranquillizzano e mi dicono: provvediamo subito. Poi risuona il telefono e risponde mia moglie. In poco tempo sento suonare il citofono. Mi aspettano i soccorritori della CRI di Suzzara tutti bardati come quelli che sono sbarcati sulla luna.

Mi fanno salire e coricare sulla barella, subito i parametri e un ecg. Mi tranquillizzano e mi chiedono: Attilio, da uno a dieci quant’è il dolore? Rispondo che non ho dolore, ma solo un peso che non va via. Arriva un’infermiera. Ancora ecg e mi fanno una endovena, credo di eparina. Poi l’infermiera,  con fare deciso e toccandomi mi dice: collega io non sono abituata alle mezze parole, quello che va detto te lo devo dire: abbiamo un problemino al cuore e andiamo a Mantova.

Arrivati a Mantova entro in ospedale e mi portano nella sala di emodinamica. Poche parole, il medico mi dice quello che mi farà e io sono tranquillo, con tutta l’attrezzatura tecnologica si prova la sensazione di sicurezza. A un certo punto non sento più il peso e dico ad alta voce: dottore, io sto bene, non sento più nulla. Mi informa che un’arteria era chiusa e in seguito un’altra era stretta ma andava rivista dopo alcuni giorni. Così è stato.

Cosa dire? durante i 13 anni di servizio come infermiere al Pronto Soccorso di Suzzara ne ho visti di infarti e ricordo bene quel dolore a pugnale, il dolore del braccio, l’angoscia, la sudorazione e il senso del morire, dove il malato piange e suda tantissimo. Io non ho provato l’angoscia, non ho pianto e nemmeno avuto la sensazione di morire. Sono stato fortunato.

Conclusione: voglio ringraziare il servizio 118 per la tempestività e la professionalità dimostrata, ma anche la corretta informazione adeguata al mio caso. Ringrazio di cuore l’equipe dell’ambulanza, la CRI di Suzzara con l’autista Claudio Benzi, capo equipaggio Simona Bellini, soccorritore Tommaso Pinotti, poi l’automedica con l’autista Simone Bina, l’infermiera Debora Deganello.

Ringrazio la tempestività di Nicola Baccaglioni e Renato Rosiello cardiologi emodinamisti che con la loro equipe, altamente professionale, mi hanno veramente salvato la vita impedendo che il cuore avesse danni.

Ho sempre sostenuto e adesso lo confermo che nelle vere emergenze la nostra sanità funziona e il servizio 118 e l’emodinamica, ma anche altre specialità dell’ospedale Poma, fanno parte delle eccellenze del nostro sistema sanitario.

Attilio Pignata

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