L’emergenza secondo il 118: “Rischio e fatica, ma vince la voglia di ricominciare”

Pierpaolo Parogni racconta i viaggi nei focolai Covid, le difficoltà e le emozioni degli operatori: “Ho visto lacrime di commozione”

Una corsa contro il tempo, macinando chilometri ed emozioni. La storia di Areu al tempo del Covid si snoda sulle strade della regione e resta impressa negli occhi, nella mente, nelle mani degli operatori sanitari. Pierpaolo Parogni, direttore dell’AAT 118 di Mantova racconta il pericolo, il disorientamento, la frustrazione. Ma anche il coraggio, la soddisfazione e la voglia di farcela della sua squadra. Che oggi riannoda i fili di un’esperienza destabilizzante per ritrovarsi e ripartire con fiducia.

Come vi siete organizzati?
Abbiamo messo a disposizione il personale di Mantova anche per altre AAT, inviandolo nei luoghi più caldi dell’epidemia, a Lodi e Cremona. Siamo stati quindi catapultati nel cuore dell’emergenza, dapprima con istruzioni non proprio dettagliate. Si è dovuto aggiustare il tiro di volta in volta. Per presidiare un territorio allargato, è stato necessario aumentare il numero delle ambulanze, sia ricorrendo alle associazioni del terzo settore, sia mettendo in campo personale aggiuntivo: autisti, infermieri e medici che hanno operato anche nella postazione Oglio Po. Il surplus di lavoro è stato inimmaginabile, con l’obbligo per altro di sanificare i mezzi e l’attrezzatura a ogni trasporto.

Un impegno notevole, tante difficoltà. Anche soddisfazioni, però…
Inizialmente alcuni professionisti non se la sentivano di raggiungere le altre province per svolgere un servizio prima volontario e poi istituzionale. Poi, una volta entrati nel vivo di questo compito, è emersa la passione,  la dedizione, la commozione.  Ho visto le lacrime di un nostro infermiere che ha accompagnato all’ospedale di Cremona un ragazzo di 18 anni, offrendogli umanità e conforto. Ho ascoltato le storie raccontate dal personale per rielaborare situazioni critiche o positive.

Il personale e i mezzi impiegati in numeri?
L’assetto emergenziale, mantenuto fino a un mese fa, prevedeva l’impiego di due equipaggi per coprire il giorno e la notte, formati da autista e infermiere. La saturazione dei mezzi raggiungeva il 40 per cento di attività, contro una situazione di normalità che si assesta sul 24 per cento. Ci siamo trovati a percorrere fino a 800 chilometri in un turno, vivendo il rischio che questo comporta in termini di sicurezza sulla strada, oltre che di contatto con i focolai. AAT di Mantova dispone di 23 autisti, 33 infermieri e 20 medici.

Cosa ti ha colpito di più dal punto di vista emotivo?
Mi ha sbalordito la quantità di constatazioni di decesso di cui ci siamo dovuti occupare. Un conto è soccorrere malati e affidarli alle cure dei colleghi ospedalieri. Un altro è arrivare a casa di qualcuno e trovarlo morto, magari dal giorno prima. A causa di patologie diverse dal Covid, in primis cardiache, che hanno subito un’impennata per la paura del contagio e il conseguente scarso ricorso alle strutture ospedaliere. Abbiamo provato un senso di impotenza di fronte alla realtà. Così veniva messa in dubbio la nostra mission, che consiste nel salvare vite umane.

Ora si guarda avanti: bilanci e prospettive future?
Seppure in  condizioni non sempre ottimali, abbiamo lavorato discretamente, riducendo la défaillance degli operatori e in assenza di contagi per noi. C’è stata inoltre una forte collaborazione con il personale di ASST Mantova. Proprio in questo tempo di crisi si è vista la reale capacità di risposta dell’ospedale, che è stato estremamente efficiente e ricettivo. Ora dobbiamo guardarci allo specchio e analizzarci per poter proseguire, forti di questa esperienza che ha lasciato il segno.  Areu ha progettato un retraining: incontri con uno psicologo per medici, infermieri e autisti. Le richieste da parte dei dipendenti sono state tante, segno che c’è l’intento di riflettere e ricominciare.

La sanificazione di un operatore del 118

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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