Il prefetto: “Il lavoro di rete fondamentale per la gestione dell’emergenza”

Un’attività di coordinamento, supporto, garanzia e controllo. Carolina Bellantoni: “La pandemia è una delle esperienze più difficili che ho vissuto

Coordinamento, supporto, garanzia, controllo. Sono queste le parole chiave che raccontano il delicato compito della prefettura nella gestione dell’emergenza Covid. Il prefetto di Mantova Carolina Bellantoni illustra quello che si potrebbe definire un lavoro di regia, che mette in rete il territorio e le istituzioni.

Come ha giocato la Prefettura il suo ruolo fondamentale nella gestione dell’emergenza Covid?
Pur non essendo autorità sanitaria, il prefetto mantiene ugualmente un ruolo di coordinamento nelle emergenze, anche le più imprevedibili come quella attuale. Partito come l’esercizio della mission istituzionalmente del Ministero dell’Interno, ossia assicurare la cornice di sicurezza e il raccordo delle forze di polizia nel contesto dell’emergenza, quello del prefetto e della prefettura si è quasi subito trasformato in un ruolo di supporto e garanzia, declinato sia verso gli organi centrali che verso il territorio. La funzione di coordinamento – primaria sia nell’ordine pubblico che in protezione civile – ha messo in connessione tutte le componenti della società per la risoluzione dei problemi e la governance delle situazioni emergenti. Un’attività di supporto nei confronti del territorio, dei sindaci, delle autorità sanitarie, ma anche di integrazione con gli organi centrali. Ci è stato poi assegnato un compito di controllo delle attività produttive per prevenire il contagio nei luoghi di lavoro e quello di accompagnamento del territorio nella fase 2.  Ancora  più delicata, sia per la necessità di mantenere alta l’attenzione verso i problemi sanitari sia per l’esigenza di seguire il processo di ripresa del tessuto economico, sociale, occupazionale della provincia.

L’Unità di crisi e i rapporti con l’ASST di Mantova. Ce ne può parlare?
I rapporti con ASST e, in particolare, con la direzione generale sono stati ottimi e pragmatici fin dall’inizio. Ho apprezzato la grande capacità operativa della struttura, ma anche la serenità e la competenza con le quali sono stati affrontati i numerosi problemi organizzativi che l’epidemia ha determinato. L’Unità di crisi ha avuto funzioni di supporto anche logistico, oltre che di consulenza su alcuni profili problematici nei confronti di ASST. Ad esempio, d’intesa con la Provincia – cui compete la gestione del volontariato di protezione civile – sono state allestite nei pressi dei presidi ospedalieri tende da campo destinate al pre-triage, al fine di contenere il rischio di diffusione del virus in pronto soccorso. Si sono tenute e si tengono tuttora numerose riunioni con la partecipazione di ASST, chiamata poi a interagire con noi su vari fronti.

In una lettera rivolta ai cittadini mantovani in occasione della sua investitura ufficiale, aveva sottolineato come solo un lavoro di rete sia “lo strumento per assicurare efficienza ed efficacia dell’azione pubblica e per garantire quelle condizioni di sicurezza che costituiscono il presupposto per il progresso sociale ed economico di ogni territorio”. Quanto conta, in questa contingenza, il lavoro di rete?
Il lavoro di rete è ed è stato fondamentale. Mai come in questa occasione, si è avuta la certezza di come il destino di tutti noi sia indissolubilmente legato alla responsabilità e al comportamento di ciascun cittadino e di ogni istituzione coinvolte, a tutti i livelli di governo. Solo un’azione di prevenzione e contrasto all’epidemia svolta in rete può rendere tutto il sistema unitariamente efficace, seppure nel rispetto dei ruoli e delle competenze di ciascuno.

Si è insediata a Mantova a dicembre 2018, tornando così in Lombardia, dove già aveva lavorato per vent’anni nel corso della sua carriera. Come ha vissuto a livello professionale e anche personale il fatto di operare nella regione italiana cuore dell’epidemia?
L’ho vissuta da prefetto e da funzionario del Ministero dell’Interno, avvezzo a ogni tipologia di emergenza. Il nostro compito si dice sia ‘generalista’, nel senso che siamo specialisti nell’affrontare qualsiasi problema, anche il più sconosciuto, in ogni tempo e luogo. Il dialogo e la mediazione, la nostra terzietà e la cultura del servizio verso la gente sono i nostri migliori strumenti. Di ogni esperienza io faccio gran tesoro, anche se so già che la prossima prova non sarà mai uguale alle altre. La pandemia è una delle più difficili che ho dovuto affrontare. Sono contenta di averla affrontata in Lombardia, regione in cui ho vissuto prima da bambina e poi da funzionario per oltre la metà della mia vita e a cui, nonostante il mio peregrinare per l’Italia, rimango molto legata. Sono lontana dalla mia famiglia e si può comprendere quanto sia duro in questo momento non aver vicini i propri cari. Sono però particolarmente orgogliosa di potermi rendere utile in terra lombarda e soprattutto mantovana, assicurando il mio servizio con impegno verso tutti e passione nel lavoro.

 

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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