È 15 per cento di tutte le neoplasie ed è la seconda più frequente negli uomini
Aumenta la percentuale di biopsie positive: con la Fusion Biopsy si passa dal 30-40 per cento di positività al 40-60 per cento. Vengono identificati solo i tumori aggressivi, cosiddetti clinicamente significativi e si riduce il numero di prelievi rendendo più tollerabile e meno invasivo l’esame.
“Tutto questo – spiega Paolo Parma, medico della struttura di Urologia del Carlo Poma – è possibile grazie a un nuovo ecografo con il quale le immagini della Risonanza Magnetica prostatica vengono fuse con le immagini ecografiche della prostata in tempo reale durante la biopsia. Un radiologo dedicato e l’urologo identificano la lesione e la marcano. L’ecografo – continua Parma – viene quindi collegato, tramite un sensore, a un piccolo campo magnetico che permette di mantenere sovrapposte le immagini ecografiche e della Risonanza Magnetica anche quando si sposta la sonda ecografica durante la biopsia. Infine, è possibile fare uno o due prelievi mirati della lesione sospetta”.
Il tumore alla prostata si sviluppa in modo più frequente negli ultra cinquantenni. Nel mondo 1,5 milioni di uomini all’anno presentano una diagnosi di tumore prostatico. In Italia, nel 2016, sono stati registrati 35mila nuovi casi: è la seconda neoplasia più frequente nei maschi.
Normalmente un esame del sangue, chiamato Antigene Prostatico Specifico, delinea il sospetto di tumore prostatico, ma evidenzia in realtà qualunque patologia che sia benigna, infiammatoria o maligna. A seguito dei risultati, il paziente è costretto a sottoporsi a una visita urologica per valutare le dimensioni della prostata e si ci sono noduli palpabili. Da alcuni anni si è sviluppata una particolare metodica di Risonanza Magnetica della Prostata che è in grado di evidenziare le neoplasie clinicamente significative in maniera molto accurata. Questo particolare esame può essere eseguito anche su pazienti naive prima di effettuare la biopsia. In caso di evidenza di una lesione, all’Ospedale di Mantova è possibile eseguire una biopsia mirata – target biopsy – utilizzando il metodo della Fusion Biopsy.
“Dal 2018 – precisa Parma – esiste un team multidisciplinare formato da 4 urologi, 3 radiologi, 2 radioterapisti, 2 oncologici, 2 medici di Medicina Nucleare e 1 anatomopatologo che si occupa specificatamente della diagnosi e del trattamento del tumore prostatico. La massima collaborazione tra i vari professionisti permette diagnosi con percentuali maggiori di detection rate, minor numero di prelievi e una riduzione significativa di diagnosi di tumori non aggressivi”.