La professione ostetrica: un’evoluzione nei secoli che pone la donna al centro

Dalle origini antiche fino al riconoscimento giuridico, sempre più puntuale. La prospettiva è quella di un modello a basso rischio ostetrico che favorisca travaglio e parto fisiologici

di Daniela Mantovanelli
Presidente Ordine Ostetriche della provincia di Mantova

 

All’ostetrica è storicamente attribuito dallo Stato pieno riconoscimento giuridico. Questa professione trova le sue origini nell’antichità. Nel 1700 circa ebbero inizio gli insegnamenti dell’arte ostetrica e fu istituita a Milano la scuola di levatrice. Nei secoli si è assistito a un riconosciuto anche dal punto di vista formativo, con il passaggio prima a corso di diploma e poi a corso di laurea (1999). Grazie alla rivoluzione sanitaria degli anni ‘70, che pone la persona al centro del processo di cura, la figura dell’ostetrica è pronta per fare funzionare i consultori. L’esercizio professionale viene disciplinato nel corso degli anni in modo sempre più puntuale dalla legislazione, che attribuisce all’ostetrica le competenze esclusive nell’assistenza alla donna nel periodo della gravidanza, travaglio, parto e puerperio, nel condurre e portare a termine parti eutocici con propria responsabilità e prestare assistenza al neonato. L’ostetrica interviene nell’educazione sanitaria e sessuale sia nell’ambito della famiglia che nella comunità; alla preparazione psicoprofilattica al parto; alla preparazione e all’assistenza a interventi ginecologici; alla prevenzione e all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile; ai programmi di assistenza materna e neonatale. Le viene inoltre attribuita la funzione di coordinamento del personale ausiliario e infermieristico nell’area travaglio/parto/puerperio/e nella ginecologia.

Al quadro delle competenze professionali aggiungiamo dal 2017  le “linee di indirizzo per la definizione e l’organizzazione dell’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche alle gravidanza a basso rischio ostetrico”. Il Ministero della Salute individua l’ostetrica come la figura professionale idonea a garantire le cure necessarie alle donne e ai neonati in ambito di fisiologia e soprattutto offrire un percorso di continuità assistenziale che si snoda attraverso la gravidanza, il parto, il puerperio e le cure al neonato. Alle aziende sanitarie l’obbligo di definire i livelli di responsabilità e di autonomia delle ostetriche e adottare sistemi di monitoraggio annuale dei volumi della loro attività.

L’ostetrica ha l’obbligo dell’iscrizione all’albo professionale all’Ordine di competenza. Deve rispettare il Codice Deontologico e la normativa vigente. La Legge 42 (professione intellettuale) riconosce inoltre i diritti fondamentali di autonomia decisionale, indipendenza culturale e operativa, responsabilità professionale. Oggi a Mantova contiamo su 3 punti nascita e una rete consolidata di 13 consultori familiari, che vedono la presenza ostetrica. Con una delibera del 2018, Regione Lombardia ha confermato la centralità della figura dell’ostetrica nella gestione clinico assistenziale della gravidanza/parto/puerperio a basso rischio ostetrico e ovviamente la stessa si avvale della consulenza del ginecologo o di altri specialisti in caso di bisogno.  È necessario un incremento del numero delle ostetriche. Il percorso assistenziale deve avvalersi di incontri con l’ostetrica che non abbiano solo valenza sanitaria, ma che prendano in considerazione stile di vita e situazione familiare e lavorativa, benessere.

Sempre secondo le direttive di Regione Lombardia, nei punti nascita deve essere attivato un percorso non medicalizzato per le gravida a basso rischio ostetrico, che possa essere offerto a tutte le donne. La donna potrà  dunque avvalersi delle vasche per il parto in acqua, delle posizioni libere. Sarà dovere dell’ostetrica accompagnarla in questo percorso senza interferenze mediche a meno che non sia lei stessa a chiederne l’intervento e spostarsi nella sala parto tradizionale. Il modello prevede, inoltre, un’ostetrica con caratteristiche ben precise proprio per garantire alle donne appropriatezza e sicurezza delle cure. Perché le deliberazioni possano essere applicate serve un cambio culturale che deve investire tutti.

 

Nella fotografia alcune ostetriche

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