Pacemaker controllati da telefonino per migliorare la qualità della vita e la tempestività delle cure
di Albino Reggiani, direttore struttura Cardiologia ASST Mantova
Daniele Nicolis, medico struttura Cardiologia ASST Mantova
Paola Ghisi, coordinatore infermieristico struttura Cardiologia ASST Mantova
L’utilizzo delle ‘smart technology’ nel campo biomedicale è in forte crescita, permette di migliorare la qualità di vita e di ridurre i costi dell’assistenza. Su queste basi la Cardiologia della nostra ASST è artefice di due iniziative sinergiche. A marzo è stato impiantato il primo pacemaker in Lombardia che si controlla direttamente col telefonino tramite bluetooth, confermando Mantova in prima linea per innovazione tecnologica dei dispositivi cardiaci. Contestualmente quest’anno partirà anche il progetto formativo Viviamo di istanti, per abilitare gli infermieri degli ambulatori cardiologici all’utilizzo delle diverse piattaforme informatizzate. Tale percorso è funzionale all’acquisizione delle competenze specifiche per garantire la gestione delle trasmissioni programmate attraverso il controllo remoto di pacemaker e defibrillatori cardiaci impiantabili.
Il monitoraggio da remoto dei dispositivi cardiaci è da qualche anno disponibile al Poma per i paziente che richiedono per la patologia di base un controllo più costante o hanno difficoltà oggettive alla mobilizzazione. La procedura si attua tramite apparecchiature specifiche che vengono consegnate al paziente e che tramite wi-fi trasmettono i dati del dispositivo. In aggiunta a questa possibilità da marzo si utilizza il primo pacemaker disponibile sul mercato che è possibile controllare direttamente con smartphone tramite una app, oltre che con le normali apparecchiature di monitoraggio specifiche. Il Poma è tra i pochi centri in Italia ad aver a disposizione questa nuova tecnologia.
La possibilità di controllare i dispositivi anche in assenza di strumenti di monitoraggio ad hoc migliora notevolmente la sicurezza del paziente, specie se in condizioni di emergenza-urgenza. In questi casi infatti il controllo del pacemaker sarà effettuato senza dover necessariamente spostare il malato o tutta la strumentazione necessaria. Attualmente sono stati posizionati più di 10 dispositivi con questa modalità tutti con successo. Il paziente ha la possibilità di inviare i dati del proprio pacemaker al cardiologo curante. L’ASST di Mantova, del resto, ha investivo molto nel campo delle aritmie, grazie al lavoro sinergico di medici e infermieri.
Il monitoraggio da remoto può contribuire a rendere più rapido ed efficace il follow-up e, per quanto attiene alle aritmie, facilita l’impostazione di una terapia precoce e sicura prevenendo episodi critici. I moderni dispositivi impiantabili sono in grado di memorizzare una quantità sempre maggiore di informazioni diagnostiche relative al funzionamento del dispositivo, alla presenza di aritmie, allo stato clinico del paziente e agli indicatori della funzione cardiovascolare.
La trasmissione e la decodifica dati avviene tramite messaggi automatici inviati ogni giorno e messaggi in tempo reale, inviati in caso di eventi rilevanti. Viene generato un flusso continuo di informazioni relative allo stato del dispositivo e ad alcuni parametri che, attraverso un network, trasmette i dati ad un sito web centralizzato accessibile in maniera protetta da parte dello staff clinico ai PC remoti in ambulatorio.