Donare il midollo osseo cambia la vita anche al donatore

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di un ragazzo di 22 anni, che ha donato le cellule staminali a una bambina. Un’esperienza molto intensa, che lo ha toccato nel profondo e che ha voluto condividere con i lettori.

Donare il midollo osseo cambia la vita non soltanto al paziente: cambia la vita anche al donatore. È una frase che ripeto a chiunque mi chieda della mia esperienza. È una frase che, soprattutto, ripeto più o meno ogni giorno a me stesso.

Ho 22 anni. Un anno fa ho donato parte delle mie cellule staminali emopoietiche ad una bambina. Di lei non so nulla (per tutelarla): solo che ha sofferto molto, e con lei immagino la sua famiglia, le sue amiche. So che per lei ho avuto l’occasione di donare parte di me stesso: una sensazione splendida, difficilmente descrivibile. Scriverne in poche righe mi sembra impossibile, ma se penso che lei ha accolto poche gocce del mio sangue midollare come un dono immenso, mi pervade un senso di leggerezza e non posso che sorridere.

Una sensazione splendida: provare per credere. Mi ritengo una persona fortunata per aver vissuto questa esperienza: potrei tranquillamente definirla un’avventura. Non un’avventura di quelle rocambolesche, le cui emozioni restano poi un piacevole ricordo. Un’avventura come solo la vita può concepire e offrire: inaspettata, dolce, profonda, le cui emozioni permangono vive nel cuore e non necessitano di essere ricordate: sono semplicemente presenti.

Un’avventura iniziata quando sono stato chiamato perché era stata trovata una prima compatibilità tra me ed un paziente. Da qui qualche esame per verificare la completa compatibilità, la notizia che ero proprio io la persona di cui c’era bisogno, il primo incontro con l’équipe di medici ed infermieri che mi ha guidato durante tutto il processo che è la donazione di midollo osseo. I controlli medici, la decisione definitiva di procedere, il prelievo (“operazione” è parola grossa per me che ero già stato operato al ginocchio).

Un’avventura che ho potuto vivere forse minimamente per merito mio, di sicuro massimamente grazie a professionisti e volontari che mi hanno accompagnato con competenza e cuore: un’avventura con poco timore e molta disponibilità, poco dolore e tanta felicità. Tanta speranza.

E ora? Ogni giorno mi metto in gioco per il tema del dono: parlo con amici, partecipo ad eventi divulgativi. Ne sono felice: c’è sempre qualche persona che ha bisogno di un donatore per vivere. E ci sono molte più persone che forse non lo sanno o non ci credono, ma potrebbero avere l’occasione di vivere una splendida esperienza. Dimenticavo: a quanto pare ora di tutto ciò scrivo pure. Come dicevo, donare il midollo osseo cambia la vita anche al donatore.

Pietro

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