Grande impegno dei professionisti dell’ASST di Mantova per far fronte alle novità legislative, che diffondono una nuova ‘cultura vaccinale’ fra i cittadini
di Fabrizia Zaffanella
Responsabile Struttura Vaccinazioni
Il 2017 verrà ricordato, in particolare a coloro che si occupano di prevenzione, come ‘l’anno delle Vaccinazioni’. A febbraio infatti è stato deliberato il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 che in modo innovativo introduce nuove vaccinazioni (meningococco B ai nati a partire dai nati nel 2017, varicella ai nati nel 2016, antipapilloma virus nei maschi, antimeningococco ACWY negli adolescenti, antirotavirus nei nuovi nati), con offerta attiva e gratuita, e obiettivo aggiuntivo del superamento delle differenze regionali. A giugno è stato invece deliberato il Decreto 73 convertito nella Legge 119 del 31 luglio 2017 relativo all’obbligo vaccinale. Differente filosofia ma con l’obiettivo comune di aumentare la copertura vaccinale.
Gli operatori sanitari si stanno adoperando per garantire l’attuazione degli impegni presi dallo Stato e dalle Regioni nel campo dei programmi vaccinali; sono impegni nuovi e gravosi, non solo perché estendono il numero dei vaccini obbligatori, ma anche perché rafforzano gli obblighi a carico dei genitori, affidando ai servizi sanitari il compito di verificarne l’adempimento.
In questi mesi il battage sulle testate giornalistiche si è scatenato. Una comunicazione molto insistente che ha per certi versi favorito il lavoro degli operatori sanitari, chiamati ad interloquire con una platea spesso già informata, ma per altri aspetti ha aggravato la tensione professionale degli stessi per il carico di legittima emotività dei genitori.
Per esporre allora in modo compiuto lo stato di attuazione dei nuovi obblighi in campo vaccinale, occorre descrivere le modalità anche comunicative con cui si sta operando, la ricerca di un dialogo chiaro e comprensibile per offrire sicurezza e fiducia ai genitori. È un terreno non certo nuovo per chi si occupa di salute, ma ancora più impegnativo se si pensa ai pregiudizi e alla disinformazione tanto diffusi in questi ultimi anni. Ecco, dunque, come la nostra professionalità si stia arricchendo di nuove abilità: pazienza nell’ascolto e perizia nella risposta.
Stiamo lavorando per contribuire alla diffusione di una ‘cultura vaccinale’ poggiata sulla coscienza della importanza delle vaccinazioni, in modo da acquisire una adesione consapevole e volontaria. Il piano di prevenzione parte dal presupposto che “i vaccini si collocano senza dubbio tra gli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della sanità pubblica per la prevenzione primaria della salute pubblica”.
Il percorso legislativo, amministrativo, organizzativo e scientifico per contrastare la diffusione delle malattie è stato fin qui veloce e continua a svilupparsi in Parlamento, nelle Regioni, negli istituti di ricerca, nelle stesse ASST. Pur nelle inevitabili difficoltà si cerca di realizzare una filiera equilibrata di interventi in modo che l’approccio legislativo si coordini con quelli amministrativo, organizzativo, comunicativo e che rimanga saldo l’intreccio con i progressi scientifici. Un sforzo che deve portare a una implementazione dell’adesione alle vaccinazioni.
• Ulteriori informazioni nella sezione dedicata del sito ASST.
• Se vuoi saperne più, scrivi a Fabrizia Zaffanella.