Cronicità: scendono in campo i medici di medicina generale

Per la presa in carico dei pazienti costituita una cooperativa con 142 professionisti


di Piero Parenti
Medico di medicina generale Mantova

 

La riforma del sistema socio sanitario lombardo attribuisce un ruolo di primo piano ai medici di medicina generale, con particolare riferimento all’ambito della cronicità. A seguito della recente delibera di Regione Lombardia relativa a questa tematica, lo scorso 21 marzo si è costituita la sezione mantovana di Iml-Iniziativa Medica Lombarda, cooperativa di servizi composta da medici di medicina generale che a livello regionale rappresenta più di 600 medici e a livello provinciale 142. La cooperativa nasce appunto con l’obiettivo di gestire i pazienti definiti ‘cronici’ e si assume la responsabilità organizzativa di garantire alcune tappe del loro percorso di assistenza. Lo fa per conto del medico di medicina generale, figura privilegiata dalla normativa in virtù del suo rapporto di fiducia con l’assistito.

Le persone affette da una o più malattie croniche (ad esempio ipertensione arteriosa, diabete mellito, bronchite cronica, cardiopatia) sono suddivise in tre categorie e la loro presa in carico è affidata a un gestore identificato con il medico di medicina generale, purché organizzato in forma associativa, o a un ente accreditato, come un ospedale pubblico o privato. L’adesione del cittadino a questo percorso, in forza del principio di libera scelta, è facoltativa e ha durata annuale, rinnovabile per un triennio complessivo.

In cosa consiste la presa in carico? Nella sottoscrizione di un patto di cura annuale, da parte del malato e stilato dal gestore, da rinnovare alla scadenza, e nell’obbligo di eseguire gli accertamenti previsti dal piano assistenziale individuale (Pai) redatto dal gestore della presa in carico, comprendente le prestazioni per il monitoraggio della malattia. Il gestore viene scelto dal paziente all’inizio del 2018, nell’ambito di un elenco fornito e aggiornato da Ats-Agenzia di tutela della salute (ex Asl).

Qual è il compito del medico di medicina generale nella sua funzione di gestore? Oltre al patto di cura e al piano assistenziale individuale, deve assicurare svariate attività tra le quali la prenotazione delle prestazioni, l’attivazione e il coordinamento della rete erogativa, l’erogazione delle prestazioni, l’implementazione di servizi innovativi come la telemedicina, il monitoraggio dell’aderenza del cronico al percorso attraverso contatti costanti. L’idoneità dei gestori viene valutata dall’ATS sulla base di specifici criteri, esplicitati con una manifestazione di interesse, quali ad esempio la modalità di erogazione delle attività, la garanzia delle funzioni di accompagnamento e dei set di riferimento per la presa in carico, la definizione dell’area territoriale di riferimento.

La cooperativa di medici di medicina generale in qualità di gestore può svolgere in proprio tutti i compiti previsti dalla delibera oppure delegarne una parte a un provider, ad esempio il call center per le prenotazioni e gli avvisi ai pazienti, l’infrastruttura informatica, il monitoraggio del percorso tramite i flussi informativi verso la Regione.

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