Ricerche sull’emorragia intracerebrale e sulla limitazione delle complicanze
di Alfonso Ciccone
Direttore Neurologia ASST di Mantova
Nell’ambito delle Neuroscienze sono attivi vari progetti di ricerca due dei quali, di portata internazionale, vedono l’ASST di Mantova capofila per l’Italia: il progetto TICH2 e il progetto PRECIOUS. Il TICH-2 (Tranexamic acid for IntraCerebral Haemorrhage) è uno trial randomizzato e controllatto in doppio cieco sull’acido tranexamico nell’emorragia intracerebrale spontanea, svolto in collaborazione con l’Università di Nottingham, che lo finanzia.
L’emorragia intracerebrale è un tipo di ictus causato da un sanguinamento nel cervello che può provocare danni permanenti e invalidità a lungo termine. L’emorragia intracerebrale costituisce circa il 20 per cento degli ictus, il restante 80 per cento è dovuto ad un ictus ischemico, causato dall’improvvisa chiusura di un vaso sanguigno. In genere un ictus emorragico è più grave di un ictus ischemico: nel 20-30 per cento dei casi vi è la possibilità che il sanguinamento possa aumentare nelle prime ore con conseguente peggioramento del danno o, addirittura, un rischio di vita.
Al momento non vi è alcun trattamento disponibile per ridurre il sanguinamento e migliorare il recupero. In questo studio vogliamo verificare se sia possibile ridurre la probabilità di morire e di rimanere invalidi dopo un ictus emorragico somministrando un farmaco emostatico, cioè in grado di arrestare il sanguinamento, l’acido tranexamico, nelle prime ore dall’esordio dei sintomi. Si tratta di un farmaco ampiamente collaudato che agisce rapidamente per favorire la coagulazione del sangue e fermare le emorragie.
Per un confronto adeguato abbiamo bisogno di somministrare ad alcune persone l’acido tranexamico, e ad altre un placebo, un trattamento ‘finto’ privo di qualsiasi effetto. Per lo studio TICH-2, al quale partecipano 90 paesi e quattro continenti, sono stati reclutati 2.000 pazienti. La conclusione è prevista per settembre 2017.
Lo studio PRECIOUS (PREvention of Complications to Improve OUtcome in elderly patients with acute Stroke), invece, è uno trial randomizzato e controllato, condotto in aperto con valutazione in cieco degli esiti, svolto in collaborazione con l’Università di Utrecht, il cui scopo è valutare se le complicanze più comuni dell’ictus come la febbre, le infezioni, e le difficoltà di deglutizione, in pazienti con più di 65 anni, possono essere limitate attraverso l’uso del paracetamolo ad alte dosi, ceftriaxone e metoclopramide.
Febbre, infezioni e complicanze legate a problemi della deglutizione sono molto comuni fra le persone con ictus, soprattutto se anziane, nonostante nelle unità dedicate alla gestione della fase acuta della malattia, le stroke unit, il personale sia addestrato nel prevenirle. Le Linee Guida raccomandano che la cura delle complicanze avvenga quando si manifestano mentre con questo studio ci si propone di prevenirle con farmaci conosciuti e sicuri. Le complicanze dipendono dalle cure prestate nei primi giorni, e sono un fattore importante per le possibilità di recupero a lungo termine.
Il paracetamolo è un farmaco contro la febbre, il ceftriaxone un antibiotico e la metoclopramide un antivomito che migliora la motilità gastroesofagea. Il disegno fattoriale dello studio permetterà di valutare se questi farmaci funzionano sia singolarmente che in combinazione nel migliorare gli esiti a lungo termine. Lo studio PRECIOUS, il cui target è di reclutare 3.800 soggetti, è finanziato da fondi della Comunità Europea (bando Horizon 2020) e vi partecipano 80 ospedali di 9 paesi europei. Il reclutamento è iniziato a Utrect e a breve inizierà anche in Italia.