Nascono una cattedra specifica e una proposta di legge. E gli ospedali aprono le porte alla popolazione femminile
di Elena Miglioli
Strutture sanitarie amiche delle donne. Anche quest’anno gli ospedali di Mantova e Pieve di Coriano hanno aderito alla settimana della salute femminile, che si è svolta dal 18 al 24 aprile, insieme a numerosi altri centri italiani. Francesca Merzagora, presidente di Onda, l’Osservatorio Nazionale sulla salute femminile che promuove l’evento, approfondisce le ragioni di un progetto che si inserisce nel solco della medicina di genere.
Un approccio sempre più valorizzato, quello della medicina di genere. Perché?
Dagli anni ’90 c’è stata una grande evoluzione nella medicina di genere: la salute della donna non è più confinata ai soli aspetti riproduttivi, ma viene considerata nel suo insieme. Tra l’altro alcune patologie un tempo ritenute appannaggio dei soli uomini, riguardano oggi anche la popolazione femminile: eventi cardiovascolari (prima causa di mortalità nelle donne sopra i 50 anni), tumore al polmone, obesità. Il passo successivo ci porta a parlare più propriamente di medicina genere-specifica, in quanto la medicina di genere non è la medicina delle donne o degli uomini, ma è un approccio innovativo che deve applicarsi a tutte le aree mediche per garantire appropriatezza diagnostica e terapeutica.
La rete Bollini Rosa valorizza appunto le cure mirate alla popolazione femminile. Come è nato questo progetto e che obiettivi ha?
I Bollini Rosa, che compiono 10 anni, sono un esempio di applicazione del concetto di medicina di genere in ambito ospedaliero. Si tratta di un riconoscimento che viene attribuito agli ospedali italiani per la loro attenzione alle donne. Strutture che curano patologie femminili, che hanno una particolare appropriatezza nel percorso diagnostico terapeutico e che offrono servizi per l’accoglienza della donna. L’aspetto interessante da segnalare è la stretta collaborazione con questi ospedali che in occasione di giornate dedicate a talune patologie mettono a disposizione delle pazienti una serie di attività: visite, esami strumentali, conferenze.
Qual è il futuro della medicina di genere?
La strada è ancora lunga, ma abbiamo segnali positivi: la prima e ad oggi unica cattedra di medicina di genere a Padova, nonché la proposta di legge sulla medicina di genere presentata dall’Onorevole Paola Boldrini, componente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che si basa sulla formazione, ricerca, prevenzione e cura. È molto importante educare i giovani al concetto di medicina genere-specifica: a settembre a Milano Onda darà un contributo in questo senso con il primo congresso scientifico La salute della donna: patologie di maggior impatto dalla specialistica all’approccio multidisciplinare. Abbiamo riservato alcuni posti a laureandi e specializzandi interessati a queste tematiche.