Un laboratorio in riva al Mincio in viaggio fra presente, passato e futuro: i partecipanti hanno scritto testi poetici, composto collage con stoffe colorate e riflettuto sull’esistenza e sulle relazioni
‘Il bosco delle emozioni’ è il titolo evocativo di un laboratorio organizzato dal Consultorio di Goito al Chiosco del Mincio lo scorso 27 giugno. Un momento suggestivo, di grande intimità, che ha unito i partecipanti alla vegetazione circostante e al fiume, sul filo di parole, sensazioni, piacevoli tuffi nel passato, nel presente, nel futuro e nelle relazioni.
A condurre il workshop, l’assistente sociale Roberta Pasotti, la responsabile comunicazione di Asst, poetessa e scrittrice Elena Miglioli, l’artista Sabrina Micello. Un mix di versi e lavori creativi per dimostrare ancora una volta che l’arte, attraverso le sue diverse forme espressive, può toccare gli animi e anche riconciliare le persone con la vita. A maggior ragione intrecciandosi con le potenzialità curative ed emozionali della natura.
Il tema della fotografia europea 2024 è ‘La natura ama nascondersi’. Sono le parole del filosofo greco Eraclito, il quale affermava che se da una parte la natura ama nascondersi, dall’altra gli uomini hanno sempre cercato di svelarne i segreti con curiosità e timore reverenziale. Secondo Eraclito, la natura non si rivela immediatamente, ma si cela dietro le apparenze. Come un segreto sussurrato tra le foglie o un mistero celato nei ruscelli, essa ci sfugge e ci invita a scrutare oltre la superficie visibile per cercare la verità nascosta e la sostanza delle cose.
Nel libro ‘La vita segreta degli alberi’, Peter Wohlleben spiega: “Quello che fa la differenza è il bosco…ti dice che i faggi stanno vicini gli uni agli altri perché è interesse comune la salute di tutti. Ti svela che gli alberi compensano fra loro le rispettive debolezze e forze. Ti dice che gli alberi più fragili – gli arbusti- quelli che noi toglieremmo perché fanno disordine, hanno una funzione decisiva per il mantenimento dell’ecosistema del bosco”.
Per Elena Miglioli “gli alberi suonano una musica speciale che le creature più sensibili riescono a sentire”. Nel suo libro ‘Gli alberi lo sanno’, la poesia diventa un mezzo per dialogare con la natura, in particolare con gli alberi attraverso le quattro stagioni. Ma gli alberi e la natura sono metafore delle relazioni, e le stagioni possono essere viste come le fasi della vita. Così la primavera richiama l’infanzia, l’estate l’adolescenza, l’autunno l’età adulta e l’inverno l’avanzare dell’anzianità.
Il laboratorio è proprio partito dalla lettura di alcune poesie della silloge di Elena, che a seconda delle varie stagioni dell’anno e della vita hanno portato i presenti a interrogarsi, a meravigliarsi e ad esercitare la propria creatività: scrivendo testi poetici, componendo collage con stoffe multicolore, sperimentando la tecnica caviardage.
Al termine del lavoro Sabrina Micello ha mostrato la sua opera, ‘Il bosco delle emozioni’, da cui l’attività svolta ha tratto spunto ed è ritornata in qualche modo. Mentre Elena Miglioli, raccogliendo le parole più significative emerse dai vari partecipanti e facendone una sintesi, ha composto la poesia collettiva che segue:
IL NASCONDIGLIO
Dal nascondiglio
di un argine verde
in mezzo ai girasoli
impazziti di luce
si intravede un ponte
fra le stagioni
il cuore che batte
il primo bacio
sopra il prato
le viole gli odori
e il sole là fuori
che per magia
rinasce muore
Nel nascondiglio
si torna bambini
che abbracciano
madri di foglie e rami
sei tu che mi chiami
sei tu non so chi
quel velo da sposa
l’esuberanza della rosa
magia di una voce
tumultuosa che ancora
ci semina dentro la vita.
A immortalare il laboratorio è stato il fotografo Lori Ruffoni, che attraverso i suoi scatti ha aggiunto poesia a quella scritta, dipinta e comparsa sui volti di chi ha vissuto questa avventura.