Un vademecum per eliminare oggetti ormai inutili, ma anche relazioni spente, emozioni nocive o impegni che non ci corrispondono
L’incontro, organizzato dal Consultorio di Goito, dal titolo ‘Liberarsi del superfluo: la tecnica del decluttering’ lo scorso 23 giugno al Chiosco del Mincio, è stato pensato dopo il successo di un precedente evento, che si è svolto nel 2020 con Valeria Pigozzi, Professional Organizer, sul tema ‘Quanto il caos nelle nostre case influenza le nostre vite’.
Ma chi è un ‘professional organizer’? Un professionista che aiuta a migliorare la propria organizzazione in diversi ambiti della vita, dalla casa all’ufficio, allo stile di vita e così via. E cosa non è un professional organizer? Un ossessivo – compulsivo dell’ordine, uno psicologo, una mamma che ti giudica, un addetto alle pulizie.
Valeria Pigozzi aveva messo in luce quanto il disordine possa essere un segnale di disequilibrio, che ci fa provare un disagio che spesso non riconosciamo. Quando pensiamo al nostro disordine in casa, lo mettiamo in relazione alla nostra mancanza di tempo. Questa questione rimanda all’annoso problema della gestione del tempo: avere la vita troppo impegnata, comporta nella quotidianità ritardi, conflitti in famiglia, caos in casa.
Nell’incontro del 23 giugno, aperto alla cittadinanza, è stato affrontato il tema del superfluo e di come eliminarlo: questa pratica si chiama decluttering. L’evento è iniziato ponendo a Valeria tre quesiti.
Quando un oggetto che acquisto diventa superfluo? Se quell’acquisto mi procura un frammento di felicità, allora cos’è superfluo: l’oggetto o la mia sensazione di felicità?
Liberarsi dalle cose inutili è un’arte: nei momenti di svolta della vita, si tende a liberarsi di tante cose che sono diventate, o che sentiamo essere, ingombranti o superflue. Quindi, quando si decide di abbandonare l’inessenziale, il superfluo, l’inutile, il dannoso, siamo in un cammino di ricerca?
Non sarebbe il caso di imparare dalla natura, che saggiamente lascia andare, si libera delle foglie secche e di tutto ciò che ha fatto il suo corso? La natura si rinnova di continuo: forse anche noi dovremmo imparare a lasciare andare oltre agli oggetti, i legami ‘morti’, le relazioni spente e le emozioni nocive?
Valeria Pigozzi ci ha dato alcuni spunti di riflessione sul decluttering. È una tecnica per disfarsi degli oggetti, fare spazio e ordine nelle nostre case piene di cose. Deve partire dalla consapevolezza che abbiamo troppe cose e dobbiamo fare pulizia, cioè lasciare andare ciò che non serve più. In questo senso, eliminare non è uno spreco, ma lo spreco è non usare le cose. Eliminare il superfluo non vuol dire spostarlo fisicamente in un altro luogo, ma disfarsene definitivamente. Lasciare andare comporta una capacità di scelta e di fare i conti con le nostre paure e i sensi di colpa, che ci impediscono di eliminare oggetti del passato, che ci ricordano qualcuno o qualcosa.
Il decluttering si muove a partire dal desiderio personale di rinnovare aree della nostra vita, e non deve essere una decisione che viene imposta a chi vive con noi.
Per fare decluttering occorre un metodo, caratterizzato da flessibilità, organizzazione, semplicità, leggerezza e continuità nel tempo. Lo si può fare scegliendo un’area specifica da cui partire: nel concreto, ad esempio, iniziando dal cassetto di un armadio.
Fare decluttering può riguardare ambiti diversi della nostra vita: si può eliminare il superfluo non solo parlando di oggetti, ma anche del tempo, degli impegni, delle relazioni che ci fanno stare male.
Concludo con una citazione di Marcela Serano: “Ho bisogno di così poco, come ho fatto a vivere per tanto tempo immersa nel superfluo?”
Di Roberta Pasotti, assistente sociale Consultorio familiare di Goito