È partito con una visita guidata emozionale il percorso artistico per i pazienti in dialisi che sarà oggetto di uno studio clinico
Eroi che cadono e si rialzano. Eroi forti e al contempo fragili. Eroi che versano lacrime. Come Achille, in origine chiamato Ligirone, ‘il piangente’. Stupisce, affascina, fa riflettere la prima tappa del percorso dei pazienti dializzati, coinvolti in uno studio clinico che misurerà l’impatto dell’arte sulla salute. Si snoda fra i capolavori di Pieter Paul Rubens, in mostra a Palazzo Te, e quelli di Giulio Romano. Si addentra nel cuore di un museo al massimo del suo mistero, nella penombra di un tardo pomeriggio autunnale, quando le porte sono chiuse al pubblico. E le stanze, con i loro segreti, si svelano a chi ne calpesta i pavimenti con venerazione e rispetto. Con quel passo felpato di chi conosce la malattia e i suoi moti alterni.
Si vede e si ascolta un dialogo emozionante sui miti dell’antichità che ci rispecchiano e hanno un valore eterno. Una forza trascinante in viaggio nel tempo, capace di interrogare l’animo di tutti, nessuno escluso. Le parole di Simone Rega, la guida di Palazzo Te, accompagnano con mano delicata il gruppo. Appassionano, aprono spiragli di luce. Commuovono, disegnano punti di domanda negli occhi di guarda.
L’attività fa parte di una rassegna di laboratori che coinvolgeranno i partecipanti in pratiche di pittura, danza, teatro e musica. Lo sguardo clinico dei professionisti della struttura di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Mantova, intanto, raccoglierà informazioni preziose per costruire uno studio, che sfocerà in un articolo da pubblicare su una rivista scientifica. Si vuole verificare se gli stimoli artistici possono contribuisce a una riduzione del 10 per cento del grado di astenia fisica e mentale, condizione frequente in caso di insufficienza renale con necessità di dialisi. I partecipanti hanno un’età compresa fra i 18 e gli 80 anni, sono maschi e femmine, e saranno messi a confronto con un secondo gruppo di pazienti che non vivranno l’esperienza artistica.
L’iniziativa è nata nell’ambito del più ampio progetto Arte in ospedale, curato dall’area Ufficio stampa e comunicazione di Asst Mantova, che da anni diffonde la bellezza nei luoghi di cura, grazie a svariati interventi artistici nelle strutture aziendali in partnership con istituzioni, artisti, istituti di formazione superiori e universitari. In particolare, nel 2023 è nato appunto il sotto progetto Museoterapia, in cui si inseriscono i workshop legati alla mostra di Rubens, partiti il 17 ottobre con conclusione il 28 novembre.
La progettualità avviata in collaborazione con Fondazione Palazzo Te ha risposto all’esigenza di fare un passo in più: non solo fruire del potere terapeutico delle varie forme espressive, ma anche testarne gli effetti. I volti ammaliati e incuriositi di chi ha seguito il primo appuntamento con l’arte fanno ben sperare.