La diagnosi dopo una laurea e un master. Giada Gallone studia un metodo per aiutare gli studenti con disturbi di apprendimento
Dislessia e discalculia le vengono riconosciute a 28 anni. Ma il lungo e tortuoso cammino verso la diagnosi non le impedisce di coronare due sogni: diventare cantante lirica e logopedista. Partendo proprio dal suo disturbo di apprendimento per ideare un metodo didattico dedicato a chi nel mondo della musica vive la stessa fatica. Giada Gallone, iscritta al secondo anno del corso di laurea in logopedia del Carlo Poma – sede distaccata dell’Università di Milano – è forte come la sua voce da soprano che supera l’orchestra e corre, arrampicandosi fino al loggione dei teatri.
Si divide fra il tirocinio agli Spedali Civili di Brescia, lo studio nelle aule mantovane e l’attività artistica. Tutto è collegato. Tutto cucito con un unico filo invisibile che conduce verso il medesimo obiettivo: diffondere la musica, superando ogni barriera. La musica che non si ferma davanti alle difficoltà di leggere uno spartito o coordinare la mano destra e la sinistra sui tasti del pianoforte. La musica che se anche inciampa poi si rialza. E vola lontano, lasciandosi alle spalle lettere e numeri indecifrabili.
La giovane, residente a Erba, racconta il percorso a ostacoli che le è toccato in sorte: “In terza elementare una maestra si accorse per prima del mio problema e mi consigliò la visita dalla logopedista, figura allora abbastanza nuova. Dopo pochi incontri migliorai un po’, ma non esisteva la certificazione di disturbo dell’apprendimento, che invece è arrivata molto più tardi, nel 2020”.
Nel mezzo ci sono stati la maturità, una laurea triennale in canto al Conservatorio di Como, un master Master of Arts in Music Pedagogy al Conservatorio della Svizzera italiana, il debutto come solista e insegnante di canto in alcune scuole della provincia di Varese. Con tutti i disagi che questi impegni hanno comportato e continuano a generare, richiedendo un sacrificio doppio e il ricorso a escamotage ideati di volta in volta sul campo per affrontare le varie prove della vita: “Nella tecnica del canto lirico ci si basa molto sull’immaginazione per capire come usare il corpo nel modo adeguato e le persone con disturbi di apprendimento sono facilitate nella pratica, perché ricorrono abitualmente alle immagini come risorsa. Già la mia tesi di laurea si era concentrata appunto sul rapporto fra disturbi specifici dell’apprendimento e musica. Strada facendo ho intuito che la formazione in logopedia avrebbe potuto offrirmi un’opportunità in più, aiutandomi a sviluppare un prontuario, un codice per aiutare gli studenti nella mia stessa situazione”.
Una sorta di elisir d’amore. Che fa pensare all’altro, quello dell’opera di Gaetano Donizetti. Per la quale Giada, non a caso, si sta preparando nel ruolo di Giannetta, il suo prossimo appuntamento con le scene. Tutto è collegato. Tutto cucito con un unico filo.
Di Elena Miglioli, Responsabile Area Ufficio Stampa e Comunicazione – ASST Mantova