Anemia falciforme sotto la lente di ingrandimento del Pronto Soccorso

Pubblicato uno studio su una patologia diffusa nel 30 per cento della popolazione di alcuni Paesi africani e che merita attenzione, vista la presenza sempre più massiccia di utenza proveniente dall’Africa

Dario Benazzi

Vivere e lavorare in Pronto Soccorso consente al personale sanitario di avere un ‘occhio sul mondo’ e, quindi, affrontare patologie rare in Europa, ma assai frequenti in altri continenti. Il caso clinico descritto, analizzato e pubblicato sull’ultimo numero della rivista Italian Journal of Emergency Medicine riguarda una giovane donna africana con difficoltà linguistica, che si rivolgeva al Pronto Soccorso cittadino per un’intensa sintomatologia dolorosa di difficile gestione e con ricorrenti fasi di riacutizzazione.

Dopo le opportune indagini e le prolungate cure all’interno del Pronto Soccorso, si poneva diagnosi di crisi vaso occlusive delle ossa del bacino in paziente affetta da anemia falciforme (sickle cell disease). L’anemia falciforme è un difetto genetico ereditario dell’emoglobina ed è caratterizzata dalla presenza dei globuli rossi a forma di falce. I globuli rossi con tale conformazione vanno incontro a precoce distruzione (anemia) ed, essendo più rigidi, determinano una riduzione della fluidità del sangue.

In condizioni particolari – per esempio in caso di febbre, durante uno sforzo o in condizioni di carenza di ossigeno – i globuli rossi di tali pazienti “falcizzano” in gran numero, inducendo vere e proprie ostruzioni di piccoli vasi, quindi ischemie negli organi interni (fegato, milza, cuore, polmoni), ma anche all’interno del tessuto osseo (femore, bacino, omero, radio, ulna, vertebre). Queste crisi vaso occlusive sono dolorosissime e i pazienti vanno trattati con abbondante idratazione per via venosa e soprattutto con un’adeguata terapia antalgica che prevede l’uso di farmaci oppioidi.

L’Epidemiologia che studia la distribuzione delle malattie nei vari Paesi ci insegna che in alcuni stati africani, soprattutto subsahariani occidentali (Nigeria, Camerun, Ghana e così via), la prevalenza dell’anemia falciforme raggiunge anche il 30 per cento nella popolazione. Il nostro studio conclude pertanto con un avviso ai ‘naviganti’ del Pronto Soccorso che può essere riassunto in due punti: nelle nostre strutture vedremo sempre più casi di anemia falciforme in tutte le sue manifestazioni, a causa dell’elevato flusso migratorio in atto dall’Africa all’Italia; occorre mantenere alto l’interesse per questa malattia complessa e spesso ignota ai pazienti stessi, avendo come riferimento le linee guida specifiche della Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie (Site).

Di Dario Benazzi, medico del Pronto Soccorso di Mantova

 

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