Divorare serie tv: il fenomeno del Binge Watching tra gli adolescenti sorvegliato speciale

Una ricerca studia il comportamento di 376 adolescenti: più coinvolte le femmine e i ragazzi con meno di 16 anni. Tra i rischi isolamento sociale, sintomi depressivi, perdita di controllo

Andrea Costa

Con la nascita e lo sviluppo dei media digitali stiamo assistendo alla più grande rivoluzione tecnologica moderna dall’invenzione della stampa: lo sviluppo negli ultimi anni delle piattaforme di streaming combina facilità d’uso e convenienza economica, garantendo agli utenti l’accesso a un’enorme varietà di contenuti da fruire in maniera autonoma. Questa rivoluzione riguarda non solo il mondo degli adulti, ma in particolar modo quello di bambini e adolescenti, ossia il mondo dei cosiddetti “nativi digitali”.

In questo contesto le serie tv sono andate negli anni via via sempre più affermandosi, sollecitando il coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto: si tratta di “ecosistemi narrativi” che richiedono allo spettatore di porre attenzione all’evoluzione delle relazioni tra il singolo episodio e l’intero arco narrativo della stagione o di più stagioni. Da qui nasce il fenomeno del Binge Watching inteso come il consumo di due o più episodi dello stesso contenuto seriale in una singola sessione, a un orario e a un ritmo scelti dallo spettatore.

Le principali motivazioni che stanno alla base di questa pratica sono il divertimento – inteso come il provare emozioni positive – e il relax: generalmente chi guarda serie tv ha come obiettivo principale quello di riempire il proprio tempo libero rilassandosi dopo aver svolto i propri compiti quotidiani; ma anche quello di alleviare i propri stati emotivi negativi – solitudine, stress quotidiano, frenesia, stanchezza e così via – piuttosto che di preservare e intensificare le emozioni positive.

Se praticato in maniera smodata – ossia in lunghe sessioni di visione, magari anche reiterate nel corso della giornata – il Binge Watching può portare a perdita di controllo, negligenza nei confronti dei propri doveri e problemi di isolamento sociale; dagli studi emerge inoltre che impulsività e sintomi depressivi sono tipici nei Binge Watcher problematici: questi soggetti, oltre a tutto ciò che è già stato menzionato, sono anche più vulnerabili alla dipendenza da internet, all’ansia e a sintomi simili alla dipendenza da sostanze, come il craving.

Da queste premesse si è partiti con una ricerca avente come obiettivi quelli di osservare e descrivere il fenomeno del Binge Watching nella popolazione adolescente e individuare le variabili socio-demografiche maggiormente correlate a tale comportamento. Lo studio ha coinvolto 376 adolescenti di un istituto scolastico superiore, ai quali è stato proposto il Binge Watching Engagement and Symptoms Questionnaire in via telematica, stante il perdurare dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19.

I risultati hanno dimostrato che gli adolescenti, in larghissima parte, dedicano una quota del loro tempo alla visione delle serie TV: tale comportamento coinvolge maggiormente le femmine e gli adolescenti con meno di 16 anni; si tratta di una pratica essenzialmente solitaria, condotta attraverso il proprio cellulare durante l’orario serale del dopocena.

È stata rilevata, inoltre, una quota di soggetti che praticano un Binge Watching che può essere definito “problematico”: pur ritenendo che tale fenomeno non sia – almeno per il momento – ascrivibile alla categoria delle dipendenze comportamentali, sono necessari ulteriori studi per investigare questa pratica.

Studi come quello qui illustrato sono molto rilevanti per i professionisti della salute al fine di meglio comprendere gli atteggiamenti degli adolescenti nei confronti dei media digitali – in particolare delle serie TV – e promuovere efficaci piani di educazione che ne favoriscano un utilizzo consapevole, limitando i comportamenti d’abuso.

Di Andrea Costa, docente Corso di Studio in Educazione Professionale, Università degli studi di Brescia

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