Carcere, poesia e social dreaming come cura

Continua con altri quattro appuntamenti la rassegna iniziata a novembre grazie alla collaborazione fra Asst Mantova, carcere e associazione La Corte dei Poeti

Dopo il successo della prima tappa, continua la rassegna La parola come cura, che sta portando la poesia nel carcere di Mantova, grazie alla collaborazione fra Casa circondariale, Asst e associazione La Corte dei Poeti. Una sinergia fra il Mantova Poesia-Festival Internazionale Virgilio e le istituzioni, per offrire un’occasione di espressione artistica e uno spazio di benessere anche alle persone che vivono nei luoghi del confinamento. I prossimi appuntamenti, che si terranno fra gennaio e marzo, danno spazio a laboratori, momenti di riflessione e un’esperienza di social dreaming (un’esperienza collettiva che prevede la condivisione e il racconto dei propri sogni).

Il Premio nazionale di poesia Terra di Virgilio, promosso dalla Corte dei Poeti all’interno del festival, giunto ormai alla sua nona dizione, presenta infatti due sezioni: Vita di scienza ed arte, per autori noti ed esordienti; L’ozio degli attivi, riservata a persone ospitate in strutture protette, con partecipazione gratuita (il bando del premio è pubblicato sul sito www.mantovapoesia.it.). La poesia dei luoghi difesi e tutelati, altrimenti definita “poesia dell’anima”, dà spazio all’espressione lirica di persone che praticano la scrittura come elemento di riscatto, di autocura e di reinserimento sociale. L’obiettivo è quello di avvicinare i detenuti all’espressione poetica e alle emozioni curative che la poesia suscita, invitandoli a partecipare al premio che vede protagoniste numerose strutture italiane.

La parola come cura partita domenica 20 novembre, è inserita nel più ampio progetto Empowerment, realizzato dalla Medicina Penitenziaria di Asst in accordo con la direzione della Casa circondariale, per l’iniziativa Milone 3.0 Regione Lombardia. Empowerment sviluppa varie strategie di intervento per valorizzare le risorse personali dei pazienti. Si somministra una ‘terapia informativa’ che aiuti a prendere decisioni migliori per la propria salute.

Gli incontri incentrati sulla poesia si collocano nel solco di una serie di laboratori ispirati alla medicina narrativa, che valorizzano il racconto come strumento per migliorare la relazione operatore-paziente, sempre attraverso l’impegno della Medicina penitenziaria. Il ciclo La parola come cura fa seguito alla rassegna L’ascolto come cura, che vede coinvolta da alcuni mesi una neuropsichiatra nel valorizzare l’ascolto come forma terapeutica.

LA PAROLA COME CURA – IL PROGRAMMA DELLA SECONDA TAPPA 

  • 22 gennaio, ore 14.30 | Parole in una stanza Laboratorio a cura di Lucia Papaleo, Carla Villagrossi, Luigi Caracciolo, La Corte dei Poeti
  • 19 febbraio, ore 14.30 | Luci e ombre del quotidiano con Luciana Bianchera, La Corte dei Poeti
  • 5 marzo, ore 14.30 | Ad alcuni piace la poesia Laboratorio poetico con Marco Valentini
  • 19 marzo, ore 13.30 | Social dreaming con Giancarlo Stoccoro

Gli esperti

Luciana Bianchera Psico-pedagogista, formatrice e counselor, poeta.
Giancarlo Stoccoro Psichiatra, direttore sanitario di strutture per disabili psichici Imperia, poeta.
Marco Valentini Psicologo, psicoterapeuta, responsabile Consultori Familiari ULSS Verona, poeta. 

1 Commento
  1. Ottimo! Pensiamo al dato di fatto che, le Persone detenute o comunque ospiti forzati delle comunità confinate torneranno presto o tardi, a far parte della collettività come cittadini liberi; non dimentichiamoci che così vuole la legge italiana. Va da se che dargli l’opportunità di thttp://www.ristretti.it/commenti/2012/marzo/pdf8/tesi_sicari.pdfornare come Persone ri-educate, ri-abilitate e nello stato di salute migliore possibile, non può che far bene oltre che a loro stessi ed alle loro famiglie, anche alla collettività stessa.
    “Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione.” (Voltaire)

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