La richiesta dei piccoli: “Porta questo messaggio alle persone buone che non vengono ringraziate, ricorda loro che ciascuno è unico e fondamentale”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera a Babbo Natale, scritta dai figli di Monia Gabaldo, medico della Neonatologia del Carlo Poma.
Caro Babbo Natale,
siamo i fratellini autistici Derek, Colin e Liam, ricordi? Ci teniamo tantissimo a scriverti questa lettera grazie all’aiuto di mamma e papà, e speriamo di cuore tu possa leggerla presto e magari farla leggerla a tutto il mondo. Siamo preoccupati che tu non abbia una lista completa dei “cattivi” e dei “buoni” e vogliamo aiutarti! I cattivi purtroppo sì, ci sono, lo sai anche tu, e lasciano cicatrici indelebili nelle menti, nei cuori e nelle anime più pure e innocenti, ma non ti vogliamo parlare di loro, non lo meritano, piuttosto vogliamo parlarti dei “buoni”, quegli eroi invisibili che spesso si dimenticano e si danno per scontati.
Ti preghiamo, nella tua lista ricordati della signora che ha aiutato quella mamma con la spesa e le ha detto: “Io aiuto te, e tu aiuti me a capire mio nipote”. Ricordati di quelle allenatrici ed allenatori che si inventano giochi sempre nuovi per far collaborare insieme i bambini con diverse abilità e difficoltà e che poi ti mandano un messaggio dicendo: “Grazie a voi che ci state insegnando tanto”. Ricordati della collega o collega che ti dice: “Non ti preoccupare vai a casa prima corri dai tuoi figli ci penso io”. E di quelle mamme che dicono: “Corri dall’altro bambino che di questi mi occupo io”. Ricordati di tutte quelle persone che ti mandano regali e ti dicono: “Perdonami se non ti sono stata vicina”. O di chi ti ferma per strada e ti dice: “Grazie che ci dai speranza”.
Grazie a quelle insegnanti che scrivono: “Sto imparando tanto, ce la faremo”. E a quei medici e terapisti che dicono: “Grazie, non lo sapevo, ora farò diversamente, non si molla”. Sono eroi, sai, tutte quelle persone che sanno mettersi in gioco, mettersi in discussione, cambiare e trasformarsi per il bene degli altri. Eroi che si alzano per lasciare il posto sui mezzi pubblici, che nel vedere una madre o un padre o nonni in difficoltà aiutano in maniera discreta e poi vanno via senza darti il nome.
“Aiutami a capire” di nonni, genitori, ma anche ristoratori e negozianti che si mettono a disposizione con “facciamo delle foto, facciamo conoscere la vostra storia ricca di speranza” e tutto senza chiedere nulla in cambio. “Grazie ci avete insegnato tanto” ai ragazzi che hanno addirittura studiato le nostre movenze e tratti autistici per creare un film per capire, insegnare e cambiare il mondo. A quelle mamme e papà che si sono travestiti con parrucche e gonne per coinvolgere tutti i bambini indipendentemente dalle loro unicità! A tutte quelle persone che in maniera gratuita arrivano e ti dicono “dimmi come, e io ti aiuto”.
A famosi giocatori sportivi che si mettono a disposizione per eventi e per mostrare che “il mondo si può cambiare grazie all’impegno e volontà e lo faremo insieme, io ti insegno, ma ho bisogno che tu insegni a me”. Eroi che nell’ombra ti si avvicinano e ti dicono: “Non permetteremo che questi bambini finiscano in un centro diurno, le cose devono cambiare e lo faremo insieme”. Ricordati di chi in hotel arriva e ti abbraccia e con le lacrime agli occhi dice: “Ci rendete migliori”. Per non parlare poi di chi dà voce a chi non ne ha come i giornalisti su carta e tv: “Vogliamo raccontare la vostra storia per aiutare altri a credere e sperare”. Hai idea di che grandi eroi sono? Se non ci fosse chi racconta e narra, molti non saprebbero come fare.
Ecco, ci sono tante persone buone che non sono su una lista, ma in attimi, in momenti, in emozioni che lasciano il segno e che cambiano il mondo. Non hanno una età, le hanno tutte, non hanno un genere o un colore, sono gruppi o singoli, ma ci sono e nell’ombra allungano le loro mani, donano i loro cuori e combattono per un mondo migliore. Ecco, questa è la lista, ma attenzione, per loro stessi non chiedono nulla, e allora noi oggi vogliamo chiedere a Te, ti prego, porta loro salute, amore, gioia, ma soprattutto porta a ognuno di loro i nostri desideri per loro: Derek, “vincete la paura e non piangete più”; Liam “ricordatevi che siete tutti importanti”; Colin, “Non arrendetevi mai, ricordate che fate la differenza”.
Le nostre parole non sono vento, per noi parlare è faticoso ed esprimere questi pensieri vuol dire condividere pezzi della nostra anima, delle nostre emozioni e del nostro cuore, noi le vogliamo donare per regalare attimi di felicità a tutti! Ti prego quindi, Babbo Natale, aiutaci a portare questi messaggi alle persone buone là fuori che troppo spesso non vengono ringraziate o ricordate, a far capire a tutti che sono unici e proprio per questo fondamentali, perché abbiamo bisogno di loro per fare la differenza e creare un mondo colmo di speranza e cambiamenti concreti! Buon Natale a tutti da una famiglia neurodivergente.