Al Poma 1.000 casi all’anno, summit di esperti di ASST Mantova, dell’Emilia Romagna e della Campania per un confronto
Un percorso multidisciplinare per la diagnosi e la cura delle vertigini. È l’obiettivo dei professionisti di ASST, che ogni anno vedono circa un migliaio di pazienti colpiti da questa patologia. I più recenti approcci diagnostici e terapeutici alle vertigini e ai disturbi dell’equilibrio sono stati discussi in occasione di un incontro di aggiornamento che si è tenuto il 4 giugno nel presidio universitario del Carlo Poma di Mantova. L’evento è stato organizzato da Fabio Piazza, direttore della struttura complessa di Otorinolaringoiatria, grazie al grande supporto dell’area Sviluppo e Formazione, per la segreteria organizzativa e l’accreditamento, e alla collaborazione con i corsi di laurea che hanno messo a disposizione la loro sede.
“Con i colleghi Vincenzo Marcelli (Audiologia–Napoli), Massimo Amato (Pronto Soccorso), Alfonso Ciccone (Neurologia), Francesco Ferraro Ferraro (Fisiatria), Federico Calvaruso (Otorino-Modena) e Emanuela Galante (Psicologia) – ha commentato Piazza – abbiamo sentito l’esigenza di confrontare le nostre esperienze relative alla gestione dei pazienti vertiginosi, allo scopo di mettere a punto un percorso diagnostico-terapeutico condiviso”.
All’incontro ha partecipato anche l’otorinolaringoitaria Marco Truzzi, il quale non ha mancato di sottolineare che “ogni anno, un migliaio di pazienti vertiginosi vengono trattati all’ospedale”. Vincenzo Marcelli, vestibologo campano di chiara fama, ha letteralmente affascinato i presenti con una lezione magistrale sulla semeiologia vestibolare (che ha per oggetto il rilievo e lo studio dei segni che orientano verso la diagnosi dei disturbi dell’equilibrio).
Le vertigini sono un sintomo piuttosto frequente. Nella maggior parte dei casi il paziente ha la sensazione di rotazione degli oggetti circostanti attorno alla propria persona. Alle vertigini si possono accompagnare problemi uditivi. Altre volte, sintomi neurologici che sottendono patologie anche gravi. Non di rado i pazienti hanno bisogno, appunto, di un approccio multidisciplinare.
La causa più frequente di vertigini è certamente rappresentata dalla cupulolitiasi: una patologia del labirinto che comporta il distacco di piccoli “otoliti” (spesso definiti dai pazienti “sassolini del labirinto”), responsabili di violente vertigini di breve durata e recidivanti. Le crisi si manifestano per lo più nel girarsi nel letto o chinandosi in avanti o, infine guardando verso l’alto. La cupulolitiasi colpisce ogni fascia d’età, ma compare con maggior frequenza fra il quarto e il sesto decennio di vita. La diagnosi si avvale di semplici manovre diagnostiche ambulatoriali. Le “manovre liberatorie” consentono di liberare il paziente dalla sintomatologia.
Un’altra sindrome vertiginosa molto nota è la malattia di Menière. Alle vertigini si associano perdita uditiva “fluttuante” e fischi o ronzii nelle orecchie (i cosiddetti “acufeni”). In una città come Mantova si ha un’incidenza di una quarantina di nuovi casi all’anno. Fortunatamente, nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti stanno meglio con una terapia medica che ha la finalità di ridurre la frequenza degli attacchi e di preservare l’udito.
L’otorinolaringoiatra Stefano Cantore ha sottolineato che “quando la terapia medica è insufficiente, è possibile la terapia chirurgica”: negli ultimi 11 anni la microchirurgia della sordità e delle vertigini, in Otorinolaringoiatria di Mantova, ha avuto un notevole impulso tanto da poter vantare una casistica molto importante, con pazienti che vengono a farsi operare anche dall’estero.
Presenti all’evento numerosi medici di medicina generale, alcuni noti specialisti ambulatoriali e vari professionisti dell’ASST Mantova.