I professionisti della Pediatria coinvolgono pazienti fra i 2 e i 14 anni, questionari per i genitori
Uno studio sull’introduzione degli alimenti allergenici nelle pratiche di svezzamento condotto dai professionisti della Pediatria di Borgo Mantovano, che ha come main investigator il pediatra Luca Pecoraro. L’aumento delle allergie alimentari nell’infanzia, in particolare nei paesi sviluppati, ha avuto un peso significativo sulla salute pubblica e comporta gravi implicazioni per la qualità della vita dei pazienti pediatrici e dei loro genitori. Anche se i meccanismi di tolleranza alimentare e le complesse interazioni tra il sistema immunitario e i fattori ambientali sono ancora principalmente sconosciuti, è necessario adottare misure preventive contro le malattie allergiche.
Negli ultimi decenni si è assistito ad una modifica delle precedenti linee guida che si focalizzavano sull’introduzione ritardata degli alimenti nello svezzamento. Al contrario, il nuovo orientamento in merito alla prevenzione delle allergie alimentari, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pone importanza fondamentale sull’introduzione graduale di tutti gli alimenti nello svezzamento, compresi quelli maggiormente allergenici, a partire dai 4-6 mesi, sempre tenendo conto dello sviluppo neurocomportamentale del bambino.
Purtroppo, esiste una notevole variabilità in merito alle indicazioni pediatriche impartite durante lo svezzamento, che può essere influenzato nelle tempistiche da fattori materni, come l’età e il livello socioculturale. La messa in pratica delle indicazioni suggerite dalle società scientifiche in merito alla prevenzione delle allergie alimentari non è quindi sempre facile da raggiungere.
Lo studio di ASST Mantova ha come obiettivo quello di indagare la tempistica di introduzione dei cibi maggiormente allergenici (latte vaccino, uovo, crostacei, frutta secca, frumento, soia, pesce) nello svezzamento e le ragioni che hanno condotto i genitori ad eventuali ritardi nell’introduzione di uno specifico alimento.
I pazienti coinvolti sono di età compresa tra 2 e 14 anni, non affetti da allergia alimentare o altre cause che possano impedire al pediatra di suggerire l’avvio e il mantenimento dello svezzamento in modo convenzionale. L’indagine viene eseguita tramite questionari somministrati ai genitori dei pazienti, è iniziata a febbraio e terminerà a giugno 2022.