Sordità, ASST in campo con la microchirurgia dell’orecchio

A disposizione professionisti qualificati e tecniche all’avanguardia per le diverse patologie

I primi tentativi pionieristici di chirurgia della sordità risalgono al secolo scorso quando ancora si operava a occhio nudo. Solo dopo la seconda guerra mondiale, il progresso tecnico portò allo sviluppo del microscopio operatorio che consentiva di ingrandire le piccole strutture dell’orecchio, favorendo così il rapido sviluppo della microchirurgia dell’orecchio.

Le sordità (ipoacusie) si suddividono a seconda della sede della lesione in due categorie principali: sordità di trasmissione, dovute ad alterazioni dell’orecchio esterno (padiglione auricolare e condotto uditivo esterno) o a patologie dell’orecchio medio (membrana timpanica e ossicini uditivi); sordità di percezione, dovute ad alterazioni dell’orecchio interno (“coclea”) o del nervo acustico. Con la chirurgia è possibile correggere i difetti che portano a sordità di trasmissione. Le sordità percettive possono essere risolte con le protesi acustiche.

Fabio Piazza

Il caso estremo di sordità, la sordità totale bilaterale, costituisce un grave handicap, soprattutto per i bambini al di sotto dei due anni di età: questi bambini, privati delle afferenze acustiche, presentano problemi nello sviluppo del linguaggio (sordomutismo). In questi casi, né la chirurgia né le protesi acustiche tradizionali risultano efficaci. Soltanto negli ultimi decenni sono state messe a punto protesi elettroniche molto sofisticate (impianti cocleari) che stimolano direttamente le terminazioni nervose del nervo acustico per mezzo di elettrodi che vengono impiantati chirurgicamente all’interno della coclea.

L’alterazione più frequente della membrana timpanica è la sua perforazione che può essere determinata da traumi o da otiti. La perforazione della membrana timpanica, oltre a comportare una ipoacusia, costituisce una porta d’ingresso per nuove infezioni. Talvolta, il processo infiammatorio, invece di causare una perforazione della membrana timpanica, può determinare un deposito di sali di calcio nello spessore della stessa membrana che, quindi, risulta irrigidita, con una diminuita capacità vibrante.

Una malattia del tutto particolare che comporta una sordità progressiva per fissità del più piccolo degli ossicini uditivi (staffa) è costituita dall’otosclerosi. L’intervento chirurgico permette il recupero totale della perdita uditiva in un’altissima percentuale dei casi. Una causa molto frequente di sordità nei bambini è rappresentata dall’otite siero-mucosa che è caratterizzata da un versamento endotimpanico ed è conseguente all’ostruzione della tuba di Eustachio da parte delle adenoidi.

Fino a qualche decennio fa, l’intervento che si eseguiva nei più gravi processi infiammatori cronici dell’orecchio medio (colesteatoma) era la classica “radicale” che aveva come unico obiettivo la guarigione clinica della malattia e la prevenzione delle complicazioni. Ciò comportava la demolizione di tutte le strutture dell’orecchio medio. Si otteneva così una pulizia accurata e totale del processo patologico, ma si privava definitivamente l’orecchio di quel meraviglioso apparato meccanico (apparato timpano-ossiculare) che serve ad amplificare i suoni e a rendere molto più fine la funzione uditiva. Attualmente, con le moderne timpanoplastiche, si raggiunge in un’alta percentuale dei casi non solo lo scopo di guarire il processo patologico, ma anche il ripristino di condizioni anatomiche e funzionali normali o molto vicine alla norma.

di Fabio Piazza, direttore struttura Otorinolaringoiatria ASST Mantova

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