Covid: la tristezza, la rabbia, ma anche la speranza degli studenti delle superiori

Dai professionisti dei consultori familiari un questionario per conoscere le emozioni dei ragazzi: sono in 6.809 a rispondere

Come operatori dei Consultori Familiari abbiamo ritenuto importante cercare di capire come stessero i ragazzi delle scuole superiori dopo un anno di restrizioni per la pandemia. Era importante mettere a fuoco e misurare, come i ragazzi stessero vivendo questo periodo al fine di poter dar loro voce e successivamente progettare interventi veramente rispondenti alle loro necessità. Le riflessioni dalle quali io e i colleghi psicologi Bruno Boccaletti e Camilla Scaravelli e l’Assistente Sociale Laura Coghi siamo partiti è che, se è vero che la pandemia ha portato a tutti limitazioni e costi importanti nella propria vita, alcune fasce d’età sono state maggiormente colpite: i ragazzi delle superiori. Alla loro età, il bisogno di uscire e di sperimentare il mondo è vitale e fisiologico. Le restrizioni alla socialità extra familiare hanno quindi ostacolato e rallentato quel processo che, in termini psichici, si chiama ‘separazione e individuazione’ e che potremmo sintetizzare come percorso verso l’autonomia.

Abbiamo realizzato, quindi, un questionario per misurare la percezione di come le cose fossero cambiate nella loro vita, individuando alcune dimensioni importanti per le caratteristiche psicologiche di questa fascia d’età. Grazie al fondamentale aiuto del servizio Comunicazione della nostra azienda, e in particolar modo di Cristina Pavesi, è stato distribuito tramite un link ai ragazzi delle scuole superiori di tutta Mantova e provincia e sono stati raccolti 6.809 questionari.

Sintetizzando e selezionando i moltissimi dati raccolti, emerge che la maggior parte dei ragazzi, dichiara che la relazione con gli altri e il rapporto con il proprio corpo, la sessualità sono rimaste invariate. Spostandoci dalle dimensioni relazionali a quelle più individuali, le cose però cambiano. Per la maggior parte dei ragazzi è peggiorata, in questo anno di pandemia, non solo la regolarità dell’attività motoria ma anche del sonno e dell’alimentazione (quest’ultimo soprattutto per le ragazze).

Rispetto alle emozioni emerge che, rispetto all’inizio della pandemia la gran maggioranza dei ragazzi si sente più solo, più stanco, più triste, più svogliato, più preoccupato per il futuro e decisamente molto meno fiducioso nelle scelte degli adulti. Le emozioni che prevalgono, al momento della compilazione del questionario, sono ansia, confusione, senso di vuoto, tristezza, oppressione, senso di solitudine, rabbia, indifferenza ma fortunatamente anche speranza. Vengono esplicitate fortissime paure soprattutto quella di non poter tornare alla vita di prima e per molti anche quella di contagiare i propri cari.

Un gruppo di ragazzi (circa il 37 per cento) manifesta un grado di malessere maggiore rispetto agli altri. Una differenza importante che è emersa nelle risposte è quella legata all’età. Sono soprattutto i ragazzi più grandi a esternare un quadro di sofferenza emotiva maggiore. Quelli di quinta sono più ansiosi e preoccupati per il futuro e quelli di terza e quarta tristi e oppressi. I ragazzi di prima e seconda sembrano, invece, aver “patito” meno. Sembrano essere riusciti, “difendendosi” attraverso una certa indifferenza, a sopportare queste limitazioni rimanendo però ancorati a modalità di funzionamento psichico più immaturo. D’altra parte questi ragazzi non hanno praticamente vissuto le superiori congelando così le esperienze di gruppo e di autonomia più consone all’età.

Come Consultori Famigliari abbiamo già accordi con i dirigenti scolastici al fine di costruire strategie e metodologie per migliorare il rientro dei ragazzi a scuola. Al gruppo si uniranno gli psicologi Margherita Rasori e Antonio Zaniboni, le assistenti sociali Laura Pasetti e Michela Bonora per poter continuare a lavorare nella direzione di dar voce ai ragazzi e permettere di potenziare gli interventi per i ragazzi di questa fascia evolutiva non solo, quindi, nell’ottica della consulenza o della presa in carico individuale.

Marzia Giuradei, psicologa psicoterapeuta Consultorio di Lunetta-Mantova

 

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