Lo psicologo che dà voce alla cornamusa: “Mi sono innamorato del suo suono”

La passione di Bruno Boccaletti, responsabile della Attività Socio Sanitarie Integrate di ASST, nasce dalle origine bretoni della nonna e dal fascino di uno strumento “con timbro epico e nobile”

Forse è lo strumento a scegliere te. Non sei tu a scegliere lo strumento. Ti raggiunge per la tua storia, per le tue caratteristiche. Perché ha una sua personalità e una sua personalissima voce, che hanno bisogno però di mani o di fiato umani per esprimersi. Così deve essere stato anche per Bruno Boccaletti, psicologo, responsabile delle Attività Socio Sanitarie Integrate di ASST Mantova. Lui ha detto sì alla cornamusa. Un matrimonio che sa di piogge e venti freddi. Un’eco lontana nel tempo e nello spazio.

C’era una volta una ragazza bretone nata a Audierne, nel Finistère. Che proprio lì, dove la terra ha fine e sparisce nell’oceano, s’innamora di un ferroviere reggiano e lo segue in Italia per sposarlo.  Sono i nonni la cui avventura è rimasta addosso a Bruno Boccaletti, come un mantello che tiene al riparo dal gelo del nord.

Ho un ricordo insistente di quei luoghi che mi affascinano – commenta lo psicologo – e del suono della cornamusa, così familiare. Ho visitato il paese della nonna in Bretagna da bambino, era un villaggio di pescatori. Oggi si è trasformato. Le mille anime che lo abitavano d’estate arrivano a 20mila. A Lorient, non lontano da Audierne, si organizza ogni anno uno dei festival internazionale di musica celtica più importanti al mondo. Il mio sogno è di andarci un giorno, magari proprio per esibirmi io stesso, abbozzando un brano”.

Per un’intera settimana strade, piazze e locali si popolano di musicisti e ballerini. Le note si rincorrono in ogni angolo e “sembra di vivere in un altro mondo”.  Qualcosa di analogo accade a Courmayeur, in Val d’Aosta. Voci e suoni trasformano la montagna in un ritaglio di Scozia, Irlanda, Spagna o Francia settentrionale. Il richiamo di una tradizione che ha raggiunto Boccaletti come una folata travolgente: “Ho deciso che oltre ad ascoltare questa splendida musica, avrei potuto iniziare a suonarla. Così mi sono accostato allo studio della cornamusa. Mi definisco per ora un principiante. Sto imparando la diteggiatura, come si usa fare, con il chanter, una sorta di piccolo flauto il cui suono è meno marcato e forte. Così non si disturbano i vicini”.

La cornamusa del mantovano ha origini scozzesi. È arrivata impacchettata direttamente dall’Irlanda, perché qui non si trova: “Diversamente da ciò che si può pensare, non servono grandi polmoni. In certi momenti la sacca interviene al posto tuo, ti aiuta. Mi sono innamorato di quella timbrica epica e nobile, seppure venga dal mondo della pastorizia. Segna il ritmo. Le inflessioni più belle e particolari arrivano quando si approfondisce la pratica dello strumento e si eseguono gli abbellimenti”.

Un piacere. Una distrazione, in grado di sbalzare fuori dalla routine e dalla difficoltà quotidiane.

Per non dire del potere curativo, che come sempre la musica dimostra: “Molti professionisti la utilizzano con successo. I musicoterapeuti sono musicisti, ma anche psicologi o psichiatri. Un percorso davvero significativo, soprattutto in caso di sofferenze e disagi gravi. Tocca corde emotive particolari, rilassa e apre un canale comunicativo spesso inaccessibile”: “Posso trovare qualche assonanza tra il mio lavoro e il tentativo di trarre qualche melodia dallo strumento. Se penso al percorso della psicoterapia e alla musica trovo la comune ricerca di un’armonia, per se stessi e verso gli altri, un’armonia che, per potrebbe essere stata persa o che comunque va rinnovata per darci un benessere”.

A guardarlo bene, lo psicologo ha sulla pelle, sui capelli e nei tratti somatici le tracce delle sue origini straniere. Non è poi difficile immaginarlo in cima a una scogliera che sfida le onde, con lo strumento antico e moderno fra le braccia, a farsi addomesticare: “Almeno avrò la certezza che il mare, anche davanti a qualche errore, saprà perdonarmi”.

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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