Il caring massage come cura complementare nell’assistenza infermieristica

Quando nella malattia corporeità e affettività vengono riconosciute e valorizzate: “Non si può toccare senza essere toccati”

L’insorgenza della malattia nella vita di una persona costituisce sempre una rottura, perché impone al soggetto di mettere in atto modifiche e strategie al fine di organizzare in modo concreto la sua vita. In questo momento si instaura una relazione infermiere-paziente che richiede anche un’interazione con il corpo dell’assistito, un corpo ferito, sofferente, la cui cura in questa situazione viene ad essere al centro della relazione.

Trasformare la gestualità quotidiana dell’assistenza in occasione di cura autentica ed incontro, ingentilire i gesti, tramutandoli da gesti di presa a gesti di invito, amorevoli e teneri, rappresenta la base su cui costruire una modalità di aver cura, in cui corporeità e affettività vengono riconosciute e valorizzate.

Le mani dell’infermiere non sono utilizzate solo come strumento attraverso cui si mettono in pratica tecniche procedurali, ma vengono sfruttate le proprietà del contatto anche in situazioni in cui la comunicazione verbale risulta inefficace. In Italia, nel 2002, la Federazione Nazionale dei Collegi, oggi Ordini delle Professioni Infermieristiche ha delineato i postulati dell’applicazione delle Medicine Complementari nell’assistenza infermieristica, definendo gli approcci non farmacologici che confluiscono nell’infermieristica, optando per la denominazione cure complementari, “cure”, e non “medicine”, per definirne la specificità legata al caring; “complementari” e non “alternative” .

L’intento è di sancire la volontà di integrazione con gli interventi convenzionali, sottolineando la la necessità di alleanze fra risorse e strumenti di cura e cure complementari, integrate o non convenzionali. Le cure complementari olistiche e naturali vanno oltre la malattia prediligendo un approccio mirato sulla persona, dove la salute è intesa anche come rapporto che la persona ha con sé stessa.

Sono parte integrante del processo di umanizzazione delle cure e possono essere associate alle cure tradizionali sia infermieristiche che mediche. Le cure complementari, di cui il massaggio fa parte, riconoscono la creazione di un ambiente relazionale fra curante e paziente prevedendo un tempo della parola e dell’ascolto e un tempo del gesto e del silenzio. Chiamato anche tocco-massaggio, massaggio terapeutico o con-tatto, il caring massage, applicabile in qualsiasi setting assistenziale, più che una tecnica è un “modo di essere nella relazione con l’altro”.

Significa essere presenti, avere cura dell’altro ma anche prendersi cura di sé, accettare e rielaborare il proprio vissuto. Non si tratta di un massaggio riabilitativo o fisioterapico, ma di un massaggio a pressione moderata, intenzionale e consapevole. Può riguardare tutto il corpo o aree specifiche e attraverso questo con-tatto la persona è stimolata a sperimentare un vissuto di interezza, autostima, in un clima di accettazione incondizionata, benevola e di non giudizio. Non è finalizzato alla guarigione, bensì al benessere, donando alla persona che lo riceve un momento di sollievo con conseguente tolleranza ai diversi trattamenti.

Recentemente il Centro Studi Professioni Sanitarie (Cespi) di Torino ha indicato l’ospedale Policlinico Tor Vergata di Roma, nel 2019, come la prima comunità di pratica del caring massage e a seguire anche l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea (Roma), ha introdotto la tecnica nel reparti con pazienti oncologici. All’Ospedale Misericordia di Grosseto è stato attivato lo scorso anno il progetto caring massage anche per i pazienti Covid e nonostante gli stretti protocolli di sicurezza, è stato possibile favorire lo sviluppo di canali comunicativi verbali e non, sostenendo l’assistito dal punto di vista emotivo nei momenti più difficili. L’esperienza del contatto ha creato rapporti empatici, la comunicazione si è sviluppata anche con il silenzio: è stato il corpo a parlare.

La letteratura scientifica mette in evidenza quanto la gestualità intenzionale e consapevole nell’assistenza infermieristica sia considerata un valore aggiunto, sia per i pazienti che per gli operatori poiché in questi ultimi riduce lo stress, promuove la salute mentale, previene il burnout, migliora la qualità della vita, aumenta la soddisfazione lavorativa e accresce il benessere. Attualmente il caring massage, tema poco conosciuto, praticato da personale competente debitamente formato è considerato un profondo atto di cura, nei confronti dell’altro e di sé stessi.

 

Daniela Pasquali lavora all’Ufficio Relazioni con il Pubblico di ASST Mantova; Giulia Bindoni ha studiato a Mantova e si è laureata recentemente in Infermieristica

 

 

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