Per affrontare il disagio sociale serve un dialogo

Il filo d’erba e la gomena: in un libro una mappa del fenomeno, che restituisce quella visione unitaria a volte mancante

Il più diffuso motore di ricerca su internet, alla voce “libri disagio”, presenta 7.570.000 risultati: se preferiamo accedere alle “immagini” relative alla stessa ricerca, troviamo più declinazioni del disagio che ricette portoghesi sul bacalhau.

Qual è allora il senso di un ulteriore testo di 200 pagine sul disagio? In parte la risposta risiede nella premessa: la specializzazione estrema ha analizzato in mille modi le poliedriche manifestazioni del disagio perdendone una visione unitaria, necessaria sia per chi è chiamato ad operare professionalmente per la gestione della sofferenza, sia per chi intenda approfondire il tema in quanto genitore, figlio, insegnante, parroco, allenatore, manager, politico.

L’intento del volume dal titolo ‘Il filo d’erba e la gomena. Dialoghi sul disagio sociale’ è stato perciò quello di creare un dialogo tra specialisti accademici e laici, ciascuno esperto di un risvolto del disagio e tutti assieme (auspicabilmente) in grado di darne una visione complessiva ed articolata.

Il testo si avvale del contributo di medici, psicologi, sociologi, insegnanti, avvocati, dirigenti di enti locali, infermieri, educatori, filosofi, mediatori culturali, protagonisti del volontariato, poeti, in una logica coerente che si basa su due filoni principali: “Anatomia del disagio sociale” e “Politiche per il disagio e disagio della politica”.

Il primo gruppo di saggi tenta di “mappare” il disagio nei luoghi in cui si manifesta: dal disagio implicito all’essere umani, occidentali, inseriti in contesti democratici e policentrici fino alle situazioni di comunità e di rete familiari ed affettive.

In tale ambito si sono resi necessari approfondimenti rivolti alla possibile evoluzione antisociale (devianza, criminalità) o ai disturbi del comportamento alimentare o infine al senso di colpa conseguente alla condizione patologica.

Il secondo gruppo di saggi affronta il rarefarsi delle politiche sociali, il brusco risveglio di una comunità europea che per decenni aveva vissuto l’utopia del welfare state ed ora deve reinventare una solidarietà non più “statale” bensì basata sulla creatività delle amministrazioni locali e del volontariato: nel primo caso ci siamo rivolti ad una delle aree più povere d’Italia, in provincia di Catanzaro, del volontariato abbiamo invece messo in risalto alcune delle iniziative mantovane di IOM, ABEO ed Amici del cuore di Bozzolo.

Insomma, tanti fili d’erba che insieme possono formare una gomena.

È possibile acquistare una copia del libro nella sede di ABEO, ospedale di Mantova, padiglione 18, telefono 0376 288754​​, oppure nella sede di IOM, padiglione 25a, tel 0376 223502.

 

Marco Venturini è il responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico

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