Marcello Cicconi – Frequenta il laboratorio di “Lettura e scrittura creativa” nella casa di reclusione di Milano – Opera
Sguardo alto
Sguardo alto, confuso nel nulla, berretto calato
sulla fronte, sono spietatamente felice
Il caldo mi ha trasformato, boccheggio
come un pesce, muovo la mia schiena segnata
come la corazza del coccodrillo
a rallentatore le mie gambe camminano
in un’unica direzione, lascio parlare la pazzia
non respiro, parte una raffica, miei simili cadono
come pupazzi, impettito mi sento grande
l’uomo nero mi dà la pacca sulla spalla
“Sarai grande un giorno e comanderai”
parte un’altra raffica, questa volta sono io
a rimanere a terra; l’uomo nero non guarda
la mia caduta, volta le spalle
Sguardo alto, perso nel niente, berretto calato
sulla fronte, il fucile e io giacciamo sopra un’erba
intrisa di uomini mai diventati
la terra mi abbraccia perché siamo di uguale colore
ed è l’unica a farlo, anche se in ritardo
Un altro bambino soldato è stato rubato
dal fucile di un piccolo uomo