La corsa all’approvvigionamento dei farmaci, la riorganizzazione dell’accoglienza degli utenti e della distribuzione delle terapie, le misure di sicurezza
Anche la Farmacia Ospedaliera e Territoriale di ASST di Mantova ha lavorato a pieno ritmo per contrastare l’emergenza Covid. Marianna Rasori, farmacista, racconta questa esperienza che ha segnato tutti gli operatori della struttura: non solo farmacisti, ma anche personale tecnico e amministrativo. Una squadra che ogni giorno mette in gioco più professionalità a servizio dei pazienti.
Come è cambiato il vostro
lavoro durante l’emergenza?
Le nostre attività hanno subito un
incremento senza precedenti. L’apertura repentina di nuovi reparti ci ha
imposto di garantire in tempi brevi l’approvvigionamento della dotazione minima
di farmaci, disinfettanti, stupefacenti e dispositivi.
Quali sono state le vostre preoccupazioni?
La preoccupazione più grande è stata la consapevolezza di dovere
affrontare un’inevitabilmente carenza di
certi prodotti, come ad esempio il gel decontaminante mani. In alcuni casi potevamo
optare per l’allestimento di preparazioni galeniche mentre l’utilizzo massiccio di anestetici, curari e
oppioidi per il reparto di Rianimazione o di antibiotici e antivirali ci ha visti in difficoltà, a
causa dell’elevato consumo che normalmente vedevamo in un intero anno. Regione,
Protezione civile e Aziende Farmaceutiche si sono prodigati per donare anche farmaci
provenienti dall’estero, ma lo
stoccaggio di così tante scorte ci ha spinto a rivedere molto l’organizzazione
degli spazi disponibili.
Come vi siete mossi?
L’ambiente ospedaliero così rivoluzionato ci ha spronati a incrementare i
nostri sforzi. Nello stesso tempo, non era possibile ignorare l’esercito
silenzioso e quasi invisibile di malati cronici che sopravvivono grazie a
farmaci innovativi e che si sono visti costretti, anche nei giorni più bui della quarantena, a
presentarsi da noi per il ritiro della terapia mensile. Per limitare gli
accessi ospedalieri di questi
pazienti fragili agli ambulatori
specialistici, sono state attivate modalità di invio delle prescrizioni
direttamente in farmacia. In altri casi per pazienti mantovani in cura negli
ospedali di altre province o regioni, si è provveduto alla consegna al
Distretto Sanitario più vicino alla loro residenza. Si sono inoltre aggiunti
anche assistiti che normalmente
ritiravano la terapia nei centri di cura fuori provincia o regione.
Un problema anche di sicurezza,
quindi.
Per garantire la sicurezza a tutti, con la grande affluenza di operatori
sanitari interni e di utenti esterni, che hanno sempre avuto libero accesso
alla Farmacia, abbiamo adottato misure preventive: si è lavorato “a battenti
chiusi”, dedicando un accesso agli utenti della distribuzione diretta e un
secondo accesso per gli operatori di reparto, autisti aziendali impegnati nelle consegne ai servizi
decentrati rispetto al presidio ospedaliero di Mantova, nonché ai corrieri per
la consegna dei farmaci.
Cosa rimane dopo l’emergenza?
Ora che la grande emergenza sembra rientrata, le attività proseguono
nella loro quotidianità. Ciò che abbiamo vissuto ci ha resi consapevoli di sentirci
parte di un sistema, che seppure con difficoltà, ha garantito l’assistenza e colmato
i bisogni, ma soprattutto ci ha insegnato che è indispensabile essere
flessibili e generosi nel mettersi a servizio.