L’assessore regionale al Welfare in visita alla Medicina Trasfusionale ringrazia i professionisti e si dice orgoglioso per la sperimentazione
“Abbiamo vissuto due mesi inimmaginabili nella nostra Regione”. Così l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera ha commentato l’emergenza Covid durante la sua visita all’Immunoematologia e Medicina Trasfusionale di Mantova il 23 maggio.
“Quello che è successo nella nostra Regione – ha continuato – non è accaduto fortunatamente da nessun’altra parte, ad eccezione della provincia di Piacenza. È scoppiata una bomba atomica. Regione Lombardia si è dimostrata uno straordinario sistema.”
L’assessore ha incontrato i vertici di ASST e i professionisti coinvolti nella sperimentazione sul plasma iperimmune, tra i quali il direttore dell’Immunoematologia Massimo Franchini. Lo studio è in attesa di pubblicazione su una rivista scientifica e il protocollo è stato messo a disposizione di realtà internazionali.
Alla visita, terminata con una conferenza stampa, hanno partecipato anche i deputati Anna Lisa Baroni, Andrea Dara e i consiglieri regionali Alessandra Cappellari, Barbara Mazzali, Simona Tironi, Antonella Forattini e Andrea Fiasconaro.
“Tutti gli ospedali, insieme – ha proseguito Gallera – hanno collaborato per dare una speranza di vita ai malati. Ci sono persone, uomini e donne, che lavorano insieme. Pavia e Mantova con la stessa intensità hanno fatto qualcosa di straordinario.”
Si tratta infatti del primo progetto portato avanti e concluso durante l’epidemia di Covid: “Alla fine dei lavori siamo qui a dire grazie, con orgoglio. Finita la sperimentazione sui primi pazienti, tutto questo diventa patrimonio dell’intera Lombardia. Le ASST stanno iniziando a chiamare i guariti, chiedendo loro di donare il plasma.”
Regione Lombardia ha infatti scelto un test sierologico che individuasse gli anticorpi neutralizzanti anche per sapere chi ha i valori idonei del sangue e del plasma utile per la guarigione di altri. La rete e la collaborazione di tutti hanno permesso e permetteranno in futuro una risposta sicura ed efficace alle esigenze di salute dei cittadini.
sono molto delusa e amareggiata che in questo articolo, sia escluso il nome del Dott. DeDonno, che con coraggio e spirito umanitario, ha per primo iniziato la sperimentazione del plasma iperimmune, che consente ad oggi, la guarigione dei pazienti affetti da covid 19. certo il vaccino è il traguardo da perseguire, ma avere un’arma potente da utilizzare nel frattempo, non è cosa di poco conto.
ora si sfila in foto e si raccolgono complimenti, escludendo chi tanta parte ha avuto, e con caparbietà perseguito questo grande risultato, sconfiggendo pregiudizi .