Plasma convalescente: una terapia efficace per curare gravi malattie infettive

L’emocomponente dei pazienti guariti è ricco di anticorpi. Progetto con il San Matteo di Pavia. Da Avis provinciale la metà dei donatori arruolati

Il plasma è un emocomponente e rappresenta la parte del sangue non cellulata, cioè liquida. È composto soprattutto da acqua, proteine, albumina e immunoglobuline, ossia
anticorpi immunizzanti. È proprio questa ultima componente, le immunoglobuline, a essere fondamentale per questa nuova cura.

Le immunoglobuline sono sostanze che il sistema immunitario, quello che ci protegge dall’attacco dei virus, produce quando si trova a fronteggiare un agente nocivo, come il nuovo Coronavirus, che provoca una grave infezione soprattutto a carico dei polmoni, chiamata SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome).

Le immunoglobuline presenti nel plasma sono specifiche per ogni tipo di virus, quindi chi è stato malato di Covid-19 (la malattia causata dal nuovo Coronavirus) ha sviluppato
immunoglobuline, ossia anticorpi, contro il nuovo Coronavirus. Con il termine plasma convalescente iperimmune si intende quel plasma ricco di anticorpi, perché prelevato a ex-pazienti guariti dalla malattia.

Ecco che i malati, con un gesto altamente etico, diventano donatori donando plasma per i pazienti ancora affetti da una grave forma di Covid-19. L’Avis Provinciale di Mantova ci ha aiutato cercando donatori di plasma tra i donatori AVIS guariti dall’infezione: infatti, più della metà dei donatori di plasma iperimmune sono donatori AVIS. Da ogni donatore vengono prelevati circa 600 ml di plasma da cui si ricavano due dosi terapeutiche da 300 ml ciascuna destinate al trattamento di altrettanti pazienti.

I primari guariti donano il plasma – In primo piano, da sinistra, Giuseppe Sciuto, Giuseppe De Donno, Carlo Giovanardi; sulla poltrona Mauro Pagani; dietro di lui, da sinistra, Marco Ghirardini e Massimo Franchini

La unità donate vengono testate per tutti i principali virus (epatite A, B, C, E, parvovirus e
HIV) e inoltre sono sottoposte a virus inattivazione (utilizzando un’apparecchiatura donata dalla ditta Kedrion) prima della trasfusione al paziente, per garantire il massimo livello di sicurezza. La terapia con plasma convalescente non nuova, dal momento che questo emocomponente è già stato utilizzato più di 100 anni fa nella pandemia di influenza spagnola del 1918.

Molto più recentemente è stato utilizzato con successo nell’epidemia di Ebola del 2015 e nelle due precedenti epidemie da Coronavirus del 2002 e 2012. L’Asst di Mantova partecipa ad un protocollo sperimentale assieme al Policlinico San Matteo di Pavia sull’utilizzo del plasma convalescente iperimmune in pazienti colpiti da forme gravi di Covid-19. Risultati preliminari dello studio mostrano che il plasma convalescente è in grado di prevenire il deterioramento dei pazienti e la necessità di ventilazione in unità di terapia intensiva e migliorare le condizioni di coloro che sono già gravemente malati.

Massimo Franchini è il direttore del servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’ASST di Mantova.

1 Commento
  1. Caro Massimo
    come Tu mi insegni è il gruppo di controllo che fa la differenza.
    E’ auspicabile che i risultati del tuo pregevole lavoro in corso diano maggiore evidenza e conforto clinico rispetto ai dati riportati dalle metanalisi tuttora disponibili in letteratura.
    Stammi bene
    Rino

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