Destra Secchia, come la storia cambia gli ospedali

Viaggio nel passato dell’Oltrepò Mantovano, fra guerre e sconvolgimenti sociali, economici e politici

di Raffaele Ghirardi
medico struttura di Medicina Generale Pieve di Coriano

 

Una ricerca storica che abbia come oggetto gli antichi ospedali del Destra Secchia, nell’Oltrepò mantovano, appare problematica fin dalla definizione dell’area geografica presa in studio. Ma, al di là di ciò, quest’area, vagamente triangolare, per due lati presenta confini naturali con il Po a settentrione e la Secchia a occidente, ma a meridione il confine è sfumato, come indefinito lo era quando colà si estendevano acquitrini salmastri e fitte boscaglie.

Forse più definiti furono i confini politici con le Signorie dei Pico, degli Este, lo Stato Pontificio. Alle spartizioni fra le grandi abbazie di Verona, Nonantola, Reggio Emilia subentrò l’influenza della Diocesi di Mantova e poi quella civile della Signoria di Mantova e poi l’Impero asburgico ed infine, tardivamente, l’entità statuale italiana. Fare la storia degli ospedali vuol dire attraversare almeno dieci secoli di storia nel corso dei quali lo stesso termine ha significato cose diverse sia dal punto di vista strutturale, topografico, sia per quanto riguarda la finalità e la gestione.

L’ospedale medievale ha ben poco a che fare con gli agglomerati affollati ed ipertecnologici che si profilano oggi ai nostri orizzonti. Un legame li accomuna, quello di costituire il luogo che accoglie quella particolare umanità che soffre per la malattia. Fino alla metà del secolo scorso l’ospedalizzazione costituiva un evento importante nella storia di un individuo ed anche nel contesto sociale ove viveva; era consuetudine che il malato fosse curato al domicilio, affidato al medico condotto. Oggi l’ospedalizzazione, sovente inappropriata, costituisce un fenomeno abituale e già si studia la dinamica dei ricoveri ripetuti da parte degli esperti della gestione delle risorse e della programmazione sanitaria.

Alcuni ospedali sono sopravvissuti fino all’epoca della loro recente disattivazione per scelte di programmazione di una rete ospedaliera più efficiente e moderna, altri sono scomparsi o hanno avuto una vita provvisoria, come i lazzaretti, altri non sono riusciti a rinascere. Comunque costante appare lo spirito che ne ha permesso la nascita e la persistenza e cioè quello della “carità” intesa nel suo primitivo significato di amore fraterno da tradursi in opere di misericordia e di solidarietà di chi tanto aveva ma anche di chi il poco donava.

Fare la storia degli ospedali vuol anche dire registrare sconvolgimenti politici, economici, amministrativi, demografici; vuol dire registrare storie di guerre e di dominazioni, di conflitti sociali, di miseria e carestie conseguenti a cataclismi naturali come le ricorrenti inondazioni ed infine la storia delle malattie che di tutto questo costituiscono la riprova. Forse vuol dire fare la storia “tout court”, la storia di una terra che seppur transitoriamente è sentita come propria. Questo viaggio nei secoli è stato compiuto in occasione del convegno che si è tenuto il 27 ottobre all’Idrovora di Moglia di Sermide, per celebrare i 20 anni più 1 dell’Ospedale Civile Destra Secchia di Pieve di Coriano.

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