Intervento di coaching con le associazioni di volontariato a confronto su un tema caratteristico della loro attività
di Manola Sgarbi
Coach ICF
Ascoltare ci aiuta a rendere efficaci nelle nostre relazioni. Ma ascoltare è molto di più. Sto parlando dell’energia che si attiva quando persone veramente interessate a fare bene si incontrano e si ascoltano. Questo è proprio ciò che è avvenuto il 15 maggio quando un gruppo di associazioni di volontariato, che operano in ASST, hanno accolto l’invito al seminario intitolato ‘Il potere dell’ascolto nelle relazioni efficaci’ promosso dall’azienda in collaborazione con ICF Italia (International Coach Federation) in occasione della Coaching Week, la settimana mondiale di diffusione della scienza del coaching professionale. È attraverso la porta dell’ascolto che i volontari creano con il paziente, con la famiglia, con i professionisti lo spazio per poter aiutare.
L’ascolto è anche una delle undici competenze chiave della professione del coach: grazie a un ascolto interessato e non giudicante il coaching trasforma un servizio professionale di sviluppo del potenziale della persona in una relazione autentica e profonda in cui la persona diventa capace di ‘osare in grande’. E nell’incontro del 15 maggio ciò che abbiamo fatto in modo pratico è stato ascoltare e ascoltarci, guidati da tre domande di coaching. Che cosa cambia in una relazione se veramente ascolto l’altro? Come cambia la comunicazione quando ascolto? Quale sfida personale mi offre l’ascolto?
A coppie le persone si sono alternate nell’azione di ascoltare e raccontare. Si è partiti dal compito dell’associazione di volontariato nell’ambito dell’ASST. “Come è stato sentirsi ascoltati?” è la domanda che ha suscitato i maggiori stimoli. I partecipanti hanno realizzato che dedichiamo tantissimo tempo a parlare e veramente poco ad ascoltare. Sentirsi ascoltati ci fa sentire visti, utili, importanti. Ascoltare e sentirsi ascoltati ci permette inoltre di rimetterci in contatto con le nostre emozioni di cui spesso non ci curiamo. Eppure le emozioni guidano i nostri comportamenti, ci aiutano a scegliere o a reagire senza controllo. Infatti quando siamo preda delle emozioni seguiamo in modo inconsapevole un sentiero chiamato ‘sentiero emozionale’, una sequenza fatta di emozione-pensiero-azione che ci porta a essere reattivi e non ci fa scegliere. Quante volte, di fronte a una comunicazione che ci suscita noia, pensiamo che sia inutile e di conseguenza ci distraiamo. Ascoltare la noia ci porterebbe ad agire in modo più efficace chiedendo magari all’interlocutore: “mi aiuti a capire come mai mi stai dicendo questo?”. Quando ascoltiamo facciamo silenzio dentro di noi, incontriamo lo spazio in cui siamo liberi, sicuri, capaci di scegliere. La comunicazione così stimola domande, sospende il giudizio, supera il pregiudizio, muove il piacere del dialogo.
Esiste poi un tipo di ascolto chiamato ‘generativo’ che si manifesta quando il contesto è di fiducia e di interesse autentico. In quel momento le persone si connettono e generano il nuovo. E allora ecco il ‘molto di più’ che è l’ascolto. Per me si chiama connessione tra esseri umani che Brené Brown definisce “Il perché noi siamo qui. Connessione è l’energia che esiste tra le persone quando si sentono viste, sentite, apprezzate, quando possono dare e ricevere senza giudizio, quando da questo rapporto attingono sostegno e forza”.
Per maggiori informazioni www.manolasgarbi.it