Anche nel 2024 è stato bandito il Premio nazionale di poesia Terra di Virgilio, promosso dall’associazione mantovana La corte dei poeti nell’ambito del Mantova Poesia-Festival Internazionale Virgilio. Il premio presenta due sezioni: Vita di scienza ed arte, per autori noti ed esordienti; L’ozio degli attivi, riservata a persone ospitate in strutture protette. La poesia dei luoghi difesi e tutelati, altrimenti definita ‘poesia dell’anima’, dà spazio all’espressione lirica di persone che praticano la scrittura come elemento di riscatto, di autocura e di reinserimento sociale. Si riportano qui le poesie di vincitori e segnalati della sezione L’ozio degli attivi, provenienti da case circondariali e strutture di cura e pubblicate nell’antologia del premio.
Pubblichiamo le poesie di alcuni degli autori segnalati.
Anna Bruna Montalban – Nata a Milano, è stata ospite della Casa Accoglienza Donne di Mantova – Fondazione Don Calabria per il Sociale
Paura
La paura regna incontrastata
velata per nascondersi da se stessa.
Sotto un cielo terso che trattiene le lacrime
ingannevole.
Le preghiere si elevano invisibili
cariche di energia palpabile
che scandisce l’inesorabile scorrere del tempo che avanza
imperterrito facendosi strada con vigore
ma che vorremmo trattenere con forza dirompente
che si esaurisce frenata da rintocchi incessanti
che invocano pietà.
Nicola B. P. – Casa Circondariale di Cremona. L’autore ha partecipato al laboratorio “La parola come cura”.
Sgrata
24 righe
La mia sfortuna
0,5 cada una.
Rincorrere i pensieri
creando fiumi di parole,
profonde, sincere.
Un grande nonsense in botta di coca.
Francesco Porcu – Frequenta il Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa presso il Carcere Milano – Opera.
Nel groviglio dei pensieri
Nel groviglio dei pensieri
attento alle mie cure ascolto una voce
dall’abisso riecheggiare.
Non basta il coraggio
per affrontare i nodi di filo spinato
incastonati nella pelle.
Immerso nel groviglio del passato
assisto a questa nuova avventura,
con occhi stanchi,
nel guardare una strana forma di disagio.
Nel ricordo di quanto ho perduto,
senza riposo, incapace di capire
dove mi porti,
cerco uno spiraglio di luce.
In questa fragile dimensione
sento confabulare il mio censore
e nel suo bisbiglio indecifrabile mi perdo.
Sono stanco di questa voce bassa
che riecheggia più di un cannone
nell’ombra del destino senza pietà;
tratteggia la fragilità dell’alba che ho sognato,
la sento allontanarsi: questo è il disagio
di chi non ha mai certezze.
Silvia – Casa Circondariale di Mantova. L’autrice ha partecipato al laboratorio “La parola come cura”.
Destinazione solitaria
Destinazione solitaria
in un sogno
di una notte di mezza estate.
Era una chimera
con astuzia e coraggio
e scomparve nel buio.