Posto in Villa Podii e dedicato a San Biagio, era retto, fin dal 1531, da Mastro Pellegrino Panzaria, uomo probo ed eccellente amministratore. L’ospedale era quindi gestito da personale laico
In questo e nei prossimi numeri della rubrica ‘Come eravamo’, racconteremo la storia della sanità del Destra Secchia, pubblicando testi tratti dal libro ‘Antichi ospedali nel Destra Secchia dell’Oltrepò mantovano’, di Raffaele Ghirardi (2018, Publipaolini editore), cultore di storia e responsabile delle Attività di cure sub acute dell’ospedale di Borgo Mantovano. Il passato ci aiuta a capire il presente e a costruire il futuro. Di seguito un’altra puntata della storia dell’ospedale di Poggio Rusco.
Tra il XIV e XV secolo il territorio di Poggio Rusco fu frazionato tra i discendenti dei vari rami della famiglia Gonzaga; si definì primariamente il possedimento della Corte Piccola o corte dei Nobili Gonzaga, lasciata da Luigi Gonzaga al suo terzogenito Corrado, e successivamente la Corte Grande che Federico I assegnò alla moglie Margherita di Baviera e da lei al figlio Giovanni, capostipite dei Marchesi di Vescovado. Il territorio di Poggio fu dunque spartito tra queste due signorie che a loro volta le assegnarono, tra privilegi, livelli e tasse, ad altri vassalli del luogo.
Il primo riferimento ad un ospedale, o meglio Hospitale, risale al 1544 e precisamente il 30 agosto di quell’anno, quando Monsignor Francesco Marno, Canonico della cattedrale e Vicario generale della Diocesi di Mantova, essendo Vescovo il Cardinale Ercole Gonzaga, effettuò la visita pastorale a Poggio Rusco e paesi limitrofi. Sulla relazione della visita si annota che l’Hospitale, posto in Villa Podii, dedicato a San Biagio, era retto, fin dal 1531, da Mastro Pellegrino Panzaria, uomo probo ed eccellente amministratore. L’ospedale era quindi gestito da personale laico e si reggeva sui proventi di un fondo di tre biolche e settanta tavole, oltre che sulle elemosine dei caritatevoli.
Lo stesso Panzaria era creditore dell’istituto di 16 lire, tre soldi ed otto piccoli, dei quali fece donazione al notaio di curia, rappresentante dell’ospedale, dichiarando di nulla pretendere se non che il Vicario gli assegnasse qualche coadiutore nel governo dell’ospizio. L’edificio era posto lungo la via che da Modena andava ad Ostiglia, via di viandanti e pellegrini, quest’ultimi provenienti dalla Germania e diretti ad Assisi e a Roma.
Ancora oggi nella frazione Borgo, la località dell’antico ospedale è denominata, in dialetto, l’usdal. Riferimenti all’ospedale si ritrovano nelle successive visite pastorali degli anni 1546, 1550, 1553, 1558, 1575. Nell’ottobre del 1593, in occasione della visita del vescovo Francesco Gonzaga, si rilevava che l’ospedale era gestito optime. Dalla visita del 1678 del vescovo Giovanni Lucido Cattaneo si segnalava che la dotazione del fondo dell’ospedale era passata a sei biolche di terra e che l’amministrazione era in mano al parroco e non più ai laici.
Di Raffaele Ghirardi, responsabile Attività di cure sub acute Borgo Mantovano
Nella foto in homepage, Visita pastorale all’Hospitale di Poggio Rusco, 1544