Tutto quel che c’è da sapere sulla maculopatia trazionale ed essudativa: vince la diagnosi precoce

La prima può colpire dopo i 40 anni, la seconda interessa l’anziano. Tutti gli strumenti diagnostici e terapeutici al Poma

La maculopatia si può presentare in due forme: trazionale ed essudativa. La maculopatia trazionale è dovuta a una perdita di elasticità delle membrane fra vitreo e retina con trazione sulla macula, la componente della retina che permette una visione distinta. Generalmente insorge dopo i 40 anni, può avere un’evoluzione rapida o lenta e si manifesta con la distorsione delle immagini.

“La diagnosi – spiega il direttore della struttura di Oculistica del Poma Giuseppe Sciuto – avviene tramite oct maculare e la soluzione è chirurgica, con interventi eseguiti regolarmente dai nostri professionisti”.

La maculopatia essudativa si forma a partire dal liquido della coroide, struttura vascolare della retina che infarcisce la macula e porta cecità nel paziente. È una patologia dell’anziano, nota anche come degerazione maculare senile essudativa.

“Viene diagnosticata – precisa lo specialista Sciuto – attraverso la fluorangiografia e verde di indiocianina e oct della macula. Il trattamento consiste in iniezioni intravitreali, con una serie di farmaci appartenenti alla categoria degli anti vegf, più diffusi, o ai cortisonici, disponibili anch’esse all’ospedale di Mantova. Si praticano fra le 3 e le 10-12 iniezioni all’anno, i pazienti vengono seguiti attraverso oct e visita oculistica in fase di follow up, all’interno dell’ambulatorio dedicato, con cadenza di tre o quattro mesi”.

Complessivamente, l’Oculistica del Poma esegue 50 iniezioni annue. La diagnosi precoce è fondamentale per entrambe le forme di maculopatia – riscontrabili mediante il test di Amsler – al fine di evitare danni permanenti ai fotorecettori retinici.

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