Disturbo bipolare, l’intervento di psicoeducazione di gruppo riduce i ricoveri e i giorni di degenza

Uno studio retrospettivo condotto dall’equipe della Psichiatria Mantova 1 ha dimostrato l’efficacia di questi interventi anche sulla sintomatologia dell’umore

Il disturbo bipolare, in passato definito psicosi maniaco-depressiva, è un disturbo del tono dell’umore, caratterizzato da un’oscillazione dello stesso tra due polarità: una maniacale ed una depressiva. In situazioni di severità gli episodi di mania o di depressione possono richiedere il ricovero ospedaliero.

Tale patologia è considerata ad andamento cronico e ricorrente, spesso invalidante e tra le patologie psichiatriche gravi, è una delle più frequenti. A livello mondiale la prevalenza è del 2,4 per cento e l’età media di diagnosi si aggira intorno ai 25 anni.

Oltre alla terapia psicofarmacologica, fondamentale per il trattamento del disturbo, l’intervento di psicoeducazione di gruppo è considerato dal Ministero della Salute nella “Definizione dei percorsi di cura da attivare nei Dipartimenti di Salute Mentale per disturbi mentali gravi” un intervento innovativo di cui si raccomanda l’utilizzo sia per i pazienti, sia per i familiari.

Questo tipo di approccio, sviluppato negli anni ‘80 prevede l’insegnamento, basato sulla condivisione ed il coinvolgimento attivo del paziente, di una serie di informazioni circa la natura, le caratteristiche e la gestione del disturbo.

Il nostro studio retrospettivo condotto dall’equipe di Psicoeducazione per il disturbo bipolare composta da psichiatra, psicologo ed educatore professionale dell’unità operativa di Psichiatria Mantova 1 ne ha dimostrato l’efficacia, sia nel miglioramento della sintomatologia dell’umore, sia nella riduzione dei ricoveri e dei giorni di degenza.

Nello specifico, grazie ai dati raccolti durante i gruppi di psicoeducazione svolti tra il 2014 ed il 2019 è stato possibile verificare come ad un anno dal termine del trattamento i sintomi riconducibili alla fase maniacale e a quella depressiva si siano ridotti rispettivamente del 75,4 per cento e del 62,3 per cento. Inoltre, nello studio è stato verificato l’impatto del trattamento sulla numerosità dei ricoveri e dei giorni di degenza nei 3 anni successivi alla conclusione del percorso.

Rispetto ai 3 anni precedenti l’inizio del percorso psicoeducativo, nei 3 anni successivi il numero dei ricoveri e il numero medio dei giorni di degenza si sono ridotti del 64,1 per cento. L’importanza dei risultati ottenuti dà ulteriore rilevanza all’intervento di psicoeducazione, che favorendo nel paziente una maggior conoscenza e consapevolezza del proprio disturbo e l’apprendimento di strategie per una buona gestione dello stesso, permette di prevenire e ridurre le ricadute di malattia e di conseguenza il ricorso al ricovero ospedaliero.

Nel percorso vengono coinvolti e formati, con incontri appositamente dedicati, anche familiari, o persone particolarmente vicine al paziente, scelti ed indicati dallo stesso, come supporto di fondamentale importanza per la gestione del disturbo.


Di Silvia Pacchioni, psicologa Asst Mantova

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