A Mantova, il ‘Tavolo del bene comune’ approfondisce il tema delle cure e delle disuguaglianze sociali
La 50^ settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Trieste dal 5 al 7 luglio 2024, porta come titolo: “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro” e sarà l’occasione per riflettere sulla crisi e sul futuro della democrazia e della politica come partecipazione al governo e alla cura della “cosa” pubblica.
Da più parti si avverte la necessità di rendere la nostra democrazia più associativa, pluralista e partecipativa, capace cioè di coinvolgere i cittadini e le cittadine nelle decisioni. Purtroppo, i numerosi studi sul tema indicano che le democrazie costituzionali, come la nostra, attraversano una fase di crisi mostrando aspetti di fragilità, soprattutto sotto l’impatto dei nuovi media che favoriscono l’emergere di singole personalità carismatiche. Al contempo l’attuale contesto è segnato dalla tendenza a trasformare i fatti in opinioni. Da un certo punto di vista, questi sono i problemi eterni della democrazia e della politica: propaganda, informazione unilaterale, censura, estremismo, ideologia, fanatismo, pura e semplice falsità hanno da sempre contrassegnato la vita politica. Tuttavia, se si considera il potere e la potenza delle nuove tecnologie si può comprendere che questi problemi oggi avvengono in una dimensione nuova e a una velocità che non ha precedenti nella storia dell’umanità.
Per tali ragioni, come ogni anno, la Diocesi di Mantova, tramite il “Tavolo del bene comune”, ha ritenuto di valore approfondire nel consueto percorso di formazione socio-politica tematiche riguardanti la democrazia e la partecipazione attiva alla vita comunitaria.
Nella terza giornata di formazione, tenutasi sabato 11 maggio, nell’aula del Centro pastorale diocesano, è stata relatrice, sul tema delle “Disuguaglianze in crescita e diritti in calo, i rischi per la tenuta della democrazia”, Nicoletta Dentico, giornalista, scrittrice e responsabile del programma di salute globale di Society for International Development (SID). SID è stata fondata a Washington nel 1957 e conta un network di oltre 3.000 membri individuali e istituzionali sparsi in 125 Paesi. L’incontro è stato moderato dal sociologo Massimo Campedelli e ha coinvolto Davide Boldrini, direttore del Centro di Ascolto Servizi di Accoglienza “C.A.S.A. San Simone” di Mantova.
Dentico, nel corso del suo intervento, ha affermato che il diritto alla salute rappresenta, insieme alla crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici, una importante priorità per l’intera popolazione europea. La pandemia da Covid avrebbe dovuto sviluppare il pensiero chiaro e netto della “interconnessione” tra i vari Paesi e invece si assiste a una rimozione pressoché generale sia dell’evento che delle cause che hanno determinato la diffusione del virus.
Dentico afferma: “Avevamo pensato che nella liberalizzazione delle merci ci sarebbe stata anche la liberalizzazione dei diritti e invece ciò non è accaduto e assistiamo alla ossificazione, stratificazione delle disuguaglianze”.
Dentico prosegue raccontando che dopo la seconda guerra mondiale, quando tutto il mondo era distrutto, l’intuizione dei padri e delle madri costituenti fu di ripartire dai diritti e il primo tra questi fu il diritto alla salute perché associato alla persona ancor prima dell’essere cittadino. Il diritto alla salute è il primo diritto ad essere stato costituzionalizzato nei Paesi europei. Nell’articolo 32 della Costituzione italiana è, infatti, scritto che: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Pur tuttavia, oggi si assiste ad una sorta di guerra ai diritti e ciò si evince dai rapporti ISTAT, CARITAS, OXFAM, SAVE THE CHILDREN e altri ancora. Negli Stati Uniti d’America si sta inoltre diffondendo l’idea che se un individuo è ammalato, in altre parole “storpio”, come si narra nella guarigione dello storpio in Atti degli apostoli 3,1-10, è colpa della persona stessa.
A tale riguardo Dentico cita il film “Io, Daniel Blake”, diretto da Ken Loach, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2016, nel quale il protagonista, dopo una vita di faticoso lavoro, si ritrova, per motivi di salute, ad aver bisogno del sussidio economico dello Stato, ma purtroppo la sua domanda viene respinta a causa dei tagli alla spesa sociale e gli stessi funzionari si rendono conto della crudeltà delle regole che debbono applicare tese a cancellare la stessa dignità della persona.
La relatrice ha poi proseguito affermando che oggi assistiamo ad una progressiva feudalizzazione della società in cui la ricchezza sta nelle mani di pochissimi miliardari che dispongono delle leve finanziarie e in tal modo possono influenzare le politiche nazionali attraverso anche l’indebolimento degli organismi internazionali come l’O.M.S. I filantropi miliardari, nati negli USA, si stanno diffondendo anche in altri Paesi come il Brasile e l’India e hanno la prerogativa di portare avanti soluzioni all’agenda sociale senza mai affrontare il nodo delle cause che hanno determinato quella povertà.
Le disuguaglianze provocano insicurezza, instabilità e precludono il futuro a migliaia di bambini anche nel nostro Paese: nel 2022 (fonte Istat) il rischio di povertà ed esclusione sociale ha colpito il 28,8 per cento dei bambini e ragazzi di età inferiore ai 16 anni, a fronte del 24,4 per cento del totale della popolazione. I minori sono più svantaggiati se risiedono nel Sud e nelle Isole.
Di Manuela Molinari, collaboratrice Tavolo del bene comune