Psichiatria, il modello ‘no restraint’ di Mantova fa scuola

Confronto con l’Spdc di San Benedetto del Tronto sulle criticità, i punti forza e di debolezza

Il confronto fra realtà differenti nello stesso ambito arricchisce sempre, motiva e stimola verso il cambiamento. L’Spdc di Mantova, individuato spesso come modello “no restraint”, ha ospitato i colleghi dell’Spdc di San Benedetto del Tronto. Il servizio Marchigiano che anche se pur limitatamente, ancora contiene è in una fase di cambiamento verso il no restraint e l’unità operativa di Mantova è stata orgogliosa di mostrar loro la propria organizzazione.

La giornata è trascorsa piacevolmente tra le attività quotidiane di reparto intercalata da momenti di confronto in equipe, per concludersi con una visita al cps e al cra del territorio mantovano. Organizzazioni differenti che si confrontano su criticità, punti di forza e di debolezza, che integrano l’esperienza, il sapere e nuove idee per rinnovarsi e crescere. Un obiettivo ambizioso che si scontra spesso con la realtà, lo stigma e le difficoltà di presupposti che ancora lasciano un vuoto nel funzionamento istituzionale. Ma pur sì una volontà di fare di più e di fare meglio, passo dopo passo verso la realtà no restraint.

Grazie ai colleghi della Psichiatria dell’Ospedale “Madonna del Soccorso” che con la loro visita hanno indirettamente gratificato il lavoro di medici, infermieri e oss che ogni giorno con passione svolgono il loro lavoro nel servizio di Diagnosi e Cura di Mantova.

Nella foto l’équipe dell’SPDC di Mantova insieme ai medici Marzia Nicolò, Claudia Malavolta, Giancarlo Caucci e gli infermieri Devis Camilli e Gloria D’angelo del DSM di San Benedetto del Tronto.
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