Osteoporosi, un nuovo protocollo per la gestione condivisa della patologia

Medici di medicina generale e specialisti in rete. Fra gli obiettivi favorire il collegamento fra ospedale e territorio, identificando la prima frattura da fragilità

L’Asst Mantova ha redatto un nuovo protocollo, promosso da Regione Lombardia, per migliorare la gestione dell’Osteoporosi, rivolto a tutti i medici che, a vario titolo e con varie professionalità incontrano e seguono pazienti per problemi di salute diversi. Gli obiettivi sono: favorire la prevenzione o l’identificazione precoce della patologia; riconoscere le malattie croniche potenzialmente osteopenizzanti e i farmaci osteopenizzanti; migliorare l’identificazione e la gestione appropriata della prima frattura da fragilità; promuovere un migliore collegamento tra ospedale e territorio e migliorare l’appropriatezza clinica e prescrittiva; promuovere la corretta informazione nella popolazione generale, finalizzata a diffondere le conoscenze sugli stili di vita salutari e sulla malattia.

L’osteoporosi è una malattia multifattoriale caratterizzata dalla compromissione della resistenza dell’osso, che predispone a un aumentato rischio di fratture spontanee o indotte da minimi traumi, le fratture da fragilità, che costituiscono una delle principali sfide del sistema sanitario nazionale per il loro elevato numero nella popolazione.

La progressiva riduzione e compromissione strutturale della massa ossea in genere decorre silente per anni. Le fratture vertebrali sono le fratture su base osteoporotica più frequenti; spesso sono asintomatiche e vengono riconosciute attraverso radiografie eseguite per altri motivi o per il progressivo cambiamento della conformazione della colonna (cifosi). La presenza di una frattura vertebrale aumenta di 5 volte il rischio di un’ulteriore frattura vertebrale e di 3 volte il rischio di frattura di femore entro i 12 mesi.

La postura cifotica, l’andatura incerta, la riduzione dell’equilibrio e del tono muscolare, inoltre, favoriscono la tendenza a cadere e di conseguenza il rischio di altre fratture con elevati rischi di disabilità permanente e di morte.

Il rischio di sviluppare osteoporosi è determinato da fattori ereditari e da fattori ambientali. Un individuo che non raggiunge un picco ottimale di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza può sviluppare osteoporosi anche senza un’accelerata perdita ossea in età adulta. Fondamentale è il ruolo, già nella giovinezza, dell’alimentazione (contenuto di calcio e proteine), dell’attività fisica, del fumo e del consumo di alcool.

Fra le principali malattie e le terapie farmacologiche correlate a perdita di massa ossea o alterazione della qualità dell’osso, vi sono, per esempio: diabete mellito, Iperparatiroidismo, celiachia, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie reumatologiche, bronchite cronica ostruttiva, malattia di Parkinson, alcoolismo, tabagismo, ipovitaminosi d, terapia cortisonica, anti-epilettici, alcuni anti-depressivi.

L’obiettivo principale del progetto è, quindi, sensibilizzare la categoria medica nell’essere più incisivi nel prevenire gli eventi fratturativi e le loro conseguenze.

A cura di Barbara Presciuttini, Anna Pulcina, Mauro Pagani – Endocrinologia Asst Mantova

 

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