Sorsi di poesia da bere infinite volte come atto riparativo e rielaborativo

Incontro con la poetessa Rita Pippa che ha scritto un libro dopo la malattia e “di notte va a pescare le sue parole nel fiume vicino a casa”

Sorsi di poesia è un evento che si è svolto al consultorio Goito il 19 ottobre con ospite Rita Pippa, poetessa che recentemente ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo ‘Infinite volte’. Perché organizzare un evento sulla poesia?

Citando Alba Donati: “Leggere poesie induce alla calma, alla riflessione, alla lentezza, si toglie il piede dall’acceleratore per riuscire a soffermarsi sulle cose”. Leggere poesie potrebbe sembrare una cosa semplice o banale. In realtà la neuroscienziata Maryanne Wolf, che ha iniziato la sua carriera accademica occupandosi di letteratura (Hesse, Rilke e Proust), ha scoperto usando la scintigrafia cerebrale che quando leggiamo con attenzione una poesia, si attiva nel nostro cervello una rete di connessioni colorate con un’intensità che si rileva solo in chi dirige un concerto. Quando leggiamo percepiamo emozioni, odori, sapori e sensazioni tattili: in pratica attiviamo tutte le facoltà cerebrali.

Ma torniamo alla poetessa del nostro evento. Rita Pippa ha iniziato a scrivere poesie come atto rielaborativo e riparativo, dopo un periodo di malattia, perché chi scrive riesce a raccontare quello che non viene visto e che rimane invisibile agli occhi dell’altro. Quello che mi ha colpito del suo libro di versi, è stata una frase sul retro di copertina: abita a pochi metri da un fiume dove, di notte, va a pescare le parole per le sue poesie.  Leggendole capisci che è lì che aspetta e riesci persino ad immaginarla pescare le parole!

La raccolta di poesie è suddivisa in tre parti: la prima, intitolata Infinite volte, è composta da poesie che parlano di relazioni affettive, presenti e concluse, la poesia, come l’amore va e viene, vive e muore quando vuole lei; la seconda parte si intitola Le poesie sono patrimonio della mia umanità: in questa parte la poetessa ci accompagna tra i ricordi legati alla sua vita, lasciando trasparire la sua umanità; l’ultima parte si intitola Infinite volte ed è dedicata alla sua malattia, quando sopraggiunge e crea dentro una ferita che fa cambiare la vita.

Leggendo questa parte, ho pensato all’importanza degli sguardi. Nella malattia, gli sguardi verso noi stessi e da parte degli altri cambiano: ci sono sguardi compassionevoli, amorevoli, di disgusto ma il peggiore è quello dell’indifferenza. Su questo tema dello sguardo in relazione alla malattia, Rita ha dedicato una poesia, perché nella sua esperienza, attraverso lo sguardo di chi le è stato accanto, ha potuto recuperare un’immagine intera di sé.

Nell’incontro a Goito, Rita Pippa, dopo aver presentato il suo libro, ci ha accompagnato nel suo mondo con una lettura calda e emozionante delle sue poesie, trovando un pubblico silenzioso e attento, che non solo si è fatto piacevolmente attraversare dai suoi versi, ma ha potuto leggere anche le proprie composizioni.

Di Roberta Pasotti, assistente sociale Consultorio Goito

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