Morte in culla, la prevenzione può ridurre il rischio fino al 90 per cento

Tutti gli accorgimenti fra posizione durante il sonno, materasso, temperatura della stanza, uso di coperte, vestiti e succhiotto

Il 15 ottobre è la giornata mondiale della Sids-Sindrome della morte improvvisa del lattante, conosciuta anche come morte bianca o morte in culla. Corrisponde al decesso improvviso di un bambino di età compresa tra un mese e un anno, che rimane inspiegato anche dopo una approfondita indagine delle circostanze e del luogo dove è avvenuta, della revisione della storia clinica e di una autopsia completa. Purtroppo, le cause non sono ancora note, ma sono stati individuati alcuni comportamenti in grado di ridurre in modo sensibile il rischio di morte in culla.

Il bambino deve essere messo a dormire sempre in posizione supina (a pancia in su), fin dai primi giorni di vita. Dovrebbe dormire nella stessa stanza dei genitori (room sharing), ma su una superficie autonoma (culla o lettino) e la temperatura della stanza essere compresa tra i 18° e i 20°. È bene limitare l’uso di coperte e vestiti per evitare che il bambino si surriscaldi o resti avvinghiato dalle coperte (consigliato il sacco nanna). Il materasso dovrebbe essere della misura esatta della culla o lettino stessi e sufficientemente rigido; andrebbe completamente evitato l’uso del cuscino.

Altri accorgimenti: il bambino va sistemato con i piedi che toccano il fondo della culla o del lettino, in modo che non possa scivolare sotto le coperte, che dovrebbero essere ben rimboccate sotto il materasso; sulla superficie dove dorme il piccolo non dovrebbero esserci oggetti di alcun tipo (come cuscini, peluche, giocattoli) che possono soffocare, intrappolarlo, strangolarlo, ferirlo; allattamento esclusivo al seno per almeno 6 mesi e fino all’anno o più se mamma e bimbo lo desiderano; ambiente completamente libero dal fumo

L’uso del succhiotto durante il sonno ha un effetto protettivo, ma va proposto dopo il mese di vita (per non interferire con l’inizio dell’allattamento al seno) e sospeso possibilmente entro l’anno di vita (per evitare che disturbi il buon sviluppo dei denti). Se il bambino rifiuta il succhiotto non va forzato e se lo perde durante il sonno non è obbligatorio riposizionarlo in bocca. Questi fattori preventivi hanno portato in molti Paesi a una considerevole riduzione dell’incidenza della sindrome, fino al 90 per cento.

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