Progetto pilota per migliorare la presa in carico. Punti di forza il colloquio di accoglienza, l’approccio multiprofessionale e di rete
Un progetto pilota di riorganizzazione del Cps di Viadana, con un approccio territoriale, comunitario e multiprofessionale. Sono queste le principali componenti dell’iniziativa messa in campo da Asst, che intende migliorare la presa in carico dei pazienti all’interno della struttura attraverso una progettazione condivisa.
È sull’accoglienza che si concentrano le innovazioni più significative del percorso. Il colloquio iniziale con il paziente sarà infatti a cura dell’assistente sociale, che lo fisserà a distanza di alcuni giorni dal primo contatto. Questa figura professionale ha la capacità di orientare il cittadino attraverso la lettura dei suoi bisogni, costruendogli attorno una rete con l’obiettivo di creare legami che lo aiutano a fronteggiare le sue difficoltà.
L’accoglienza non è una semplice raccolta di dati, ma un momento di ascolto. L’assistente sociale riesce a cogliere i bisogni sociali delle persone e permette di mantenere i rapporti con i servizi sociali esterni e il servizio di salute mentale. Nella seconda fase è prevista una visita con lo specialista psichiatra o psicologo. Lo specialista consulterà la scheda sperimentale di prima accoglienza, compilata durante il primo contatto dagli operatori dedicati – assistente sanitaria, oss, infermiere, telefonicamente o di persona – e la potrà integrare, anche ricorrendo a un confronto con l’équipe.
Oltre a ridefinire il ruolo dell’assistente sociale, in progetto ridefinisce quello del medico negli interventi sulla salute mentale, puntando sulla centralità dell’equipe e del lavoro multiprofessionale, nonché su una diversa concezione del Cps, che torna ad essere uno spazio di intervento e di scambio relazionale della comunità, non un mero poliambulatorio specialistico.
Questo nuovo approccio permette una maggiore conoscenza dell’individuo, ponendo l’accento sulla dimensione sociale, oltre che su quella sanitaria. Spesso il disagio mentale è infatti correlato a dinamiche sociali, familiari e lavorative complesse. L’intervento dell’assistente sociale permette di agire su diversi fronti contemporaneamente, in modo da creare un contesto e un ambiente di vita favorevole al benessere complessivo.
Il nuovo percorso ha già coinvolto 48 utenti: sono state realizzate quattro prese in carico che hanno comportato un’azione di rete; 22 pazienti hanno ricevuto informazioni sulla presenza di altri servizi e hanno avuto bisogno di supporto da parte dell’assistente sociale; 17 persone sono state indirizzate allo psichiatra, che non ha captato al momento bisogni di natura sociale.
Il Cps di Viadana lavora sui 10 comuni del distretto. È aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17 e ha sede in Via Largo De Gasperi 9. Il servizio conta su una équipe composta da: due psichiatri, una psicologa, un’assistente sociale, un educatore professionale, un’assistente sanitaria , quattro infermiere, un oss, un operatore amministrativo. L’attività del Cps consiste nel prevenire, ridurre, trattare, curare la salute mentale nella sua complessità.
Di Palmira Gualtieri, assistente sociale Cps Viadana